Il secondo album realizzato da Claire Hamill uscì nel 1973 a due anni di distanza dal debutto e subito appaiono vari cambiamenti, la nostra è diventata un po’ più malinconica e matura, il sound è più curato e ricercato, ma in fondo la nostra cantautrice ha solo migliorato il suo stile compositivo e interpretativo, seguendo la strada di una giusta evoluzione e raggiungendo un maggior dominio dei propri mezzi, doti che attireranno le attenzioni di Ray Davies dei Kinks per il terzo album.

October è un disco piuttosto breve, durando poco più di mezz’ora, nonostante in scaletta vi siano dodici brani, ma la bellezza delle composizioni ripaga lo sforzo di procurarsi il disco. La cosa che colpisce di più ascoltando questo lavoro è che non suona come i classici album degli anni ’70. Mentre l’album precedente era molto calato nell’epoca in cui è stato concepito, questo sembra senza tempo e potrebbe benissimo essere stato prodotto ai giorni nostri. La musica è molto romantica, anche se qualche episodio è più energico e rock, nel complesso è un bel mix di emozioni che la bella voce della Hamill risveglia in chi la ascolta.

L’unica cosa che tradisce l’epoca in cui October è stato concepito è la raffinatezza con cui è stato realizzato, oggi è difficile trovare qualcosa di simile se non in certe produzioni molto particolari e fuori dagli schemi (vedi i lavori proposti dalla label francese Prikosnovenie), ma sono convinto che oggi più che mai ci sia bisogno di riscoprire certe sonorità, perché la buona musica non ha tempo. GB

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