| Jorn 
            Lande, il singer norvegese di Millenium e Ark, si candida ad essere 
            uno dei cantanti più significativi del metal di questi anni. 
            Per le mani abbiamo il suo secondo disco solista, un potente concentrato 
            di rovente heavy metal con accenni progressivi. 
 Rispetto al primo disco, che conteneva ben cinque covers, questa è 
            un'opera completa dove Lande da prova di tutto il suo talento. Jorn 
            viene accompagnato dal chitarrista Tore Moren, dal bassista Sid Ringsby 
            e dal drummer Jan Aksel, un trio veramente brillante.
 
 La prima track "Tungur Knivur" possiede un incedere devastante 
            che raccoglie il testimone degli ultimi Sabbath, proponendo delle 
            atmosfere oscure e maligne, dense di epicità e di tensione 
            drammatica, un brano che da subito la misura del nostro proponendolo 
            anche come grande songwriter. "Sunset Station" è 
            un metal classico con un refrain melodico che ricorda le cose migliori 
            dei Royal Hunt e un chitarrismo irresistibile. "Glow in the Dark" 
            è un mid tempo trascinante ed evocativo dove Jorn da prova 
            della sua grande abilità interpretativa, novello Coverdale 
            che non teme il confronto. "House of Cards" parte come una 
            ballata, ma ben presto acquista ritmo e intensità, con un'altra 
            grande prova vocale del nostro. "Bless the Child" è 
            un brano devastante, dove esplode in tutta la sua vitalità 
            la doppia cassa del batterista Jan, una vera forza della natura. "Captured" 
            è una ballad intricata ed espressiva, dalle forti tinte progressive. 
            La title track è un brano energico e vivace, pieno di cambi 
            e di tensione. "Christine" sembra una versione aggiornata 
            e riveduta dei Kiss di Love Gun. Questo disco stupendo si chiude con 
            "Bridges Will Burn" con delle linee vocali eccezionali che 
            coniugano con intelligenza la tradizione seventies con il moderno 
            metal.
 
 Questo disco non presenta un solo difetto, stupenda anche la grafica 
            e ottima la resa sonora, in definitiva, per classe, intensità 
            e bellezza lo si può paragonare a Holy Diver di Ronnie James 
            Dio, all'epoca in cui uscì non ce n'era per nessuno! GB
 
 Altre recensioni: Unlocking the Past + The Gathering; 
            Live in America;
 Live in America dvd; Bring 
            Heavy Rock To The World
 
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