| Spero 
            che il nome del vocalist Jorn sia ormai da tutti voi (ri)conosciuto 
            come uno dei più versatili ed espressivi cantanti in circolazione 
            e le nuove canzoni pubblicate ne sono l'ennesima testimonianza, già 
            abbondantemente provata dai precedenti sei albums solisti, per un 
            totale di trenta dischi che hanno avuto la grazia di averlo come interprete 
            principale.
 
 Rinnovata la felice collaborazione con Tommy Hansen, "BHRTTW" 
            vede il ritorno alla base di Jimmy Iversen che forma un'eccellente 
            coppia chitarristica con Tore Moren, con la solida sezione ritmica 
            affidata a Willy Bendiksen (bt), Nic Angileri (bs). Il titolo già 
            offre qualche indicazione sul suo contenuto, ovvero un Heavy Rock 
            che trae linfa ispiratrice dalle migliori doti dell'hard rock (Rainbow, 
            Whitesnake) e dell'heavy metal (Dio, Black Sabbath, Judas Priest), 
            elaborando il tutto con uno spirito che di nostalgico non ha proprio 
            nulla.
 
 Una breve duetto di chitarra acustica e voce ("My Road") 
            serve da introduzione alla potente titletrack, un minaccioso tempo 
            medio alla Dio (Ronnie James, of course!) sferzato da chitarre compresse 
            e dalle urla controllate di Jorn, mentre la più crudele "A 
            Thousands Cuts" mostra una maggiore attenzione verso i Judas 
            Priest di metà anni ottanta. Insomma, come inizio non vi è 
            proprio di che lamentarsi.
 Già i Saxon nel 1988 (album "Destiny") avevano ripreso 
            "Ride Like The Wind" di Christopher Cross, ma al sottoscritto 
            quella versione piace poco, così con una certa dose di scetticismo 
            mista a speranza avevo approcciato la versione che ne ha registrato 
            Jorn e penso proprio che questa volta sia stato fatto centro infondendo 
            quella dose di energia ed enfasi che era mancata a Biff Byford e soci.
 Con la veloce e melodica "Chains Around You" Lande omaggia 
            i Rainbow di "Spotlight Kid" ed anche il primo assolo è 
            reso in stile Blackmore, il tutto in linea con i suoi passati nei 
            Millenium, per un risultato finale comunque apprezzabile e coinvolgente. 
            Si torna a riff oscuri e drammatici con "The World I See", 
            sorta di power-ballad sofferta ed ispirata.
 
 Un pò a sorpresa, il cantante norvegese inserisce nella tracklist 
            anche "Time To Be King" dall'ultimo album dei Masterplan, 
            ma tutto sommato non si tratta di mossa sbagliata perchè questa 
            versione senza tastiere si inserisce bene nel contesto del cd e funzione 
            da buon ponte con la veloce e dinamica "Ride To The Guns", 
            heavy rock trascinante con qualche inserto di Iron Maiden fra scorie 
            di Dio e Judas Priest.
 L'orecchiabile "Black Morning" strizza l'occhio al rock 
            melodico con un contenuto soul e blues che colpisce direttamente il 
            cuore e non faticherà ad entrare nelle playlists dell'ampio 
            pubblico meno incline al genere solitamente proposto da Jorn, mentre 
            all'heavy rock in chiave Dio "I Came To Rock" è affidato 
            il compito di chiudere la tracklist ufficiale, ma su iTunes (non per 
            fare pubblicità, ma è dove ho comprato io il disco e 
            di questa versione parlo) c'è spazio anche per una bonus track, 
            "Live And Let Fly", mediocre heavy rock veloce e di facile 
            fruibilità.
 
 Bene, i fans di Jorn Lande non resteranno assolutamente delusi dalla 
            nuova prova offerta da un cantante di indiscutibile talento e valore, 
            cui forse si poteva chiedere di osare qualcosina in più. ABe
 
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