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            non è la prima volta che incontro Jorn e chi mi legge sa già 
            come la penso su di lui, per me è semplicemente una delle ugole 
            più belle uscite negli ultimi dieci anni, uno dei più 
            quotati eredi dei grandi singers degli anni settanta, con Ronnie James 
            Dio in testa, non è solo un caso se in una decina di anni lo 
            abbiamo già apprezzato in una ventina di album! Poterlo quindi 
            valutare con questo esaustivo doppio live è molto importante 
            per capire se quanto sentito in studio corrisponde veramente alle 
            sue doti naturali.
 La scaletta parte con “We Brought the Angels Down” un 
            brano cadenzato buono per scaldare la voce, Jorn è caldo e 
            graffiante e questa canzone le mette subito a proprio agio, ma è 
            altro quello che si vuole ascoltare da lui. Con l’enfasi hard 
            di “Blacksong” le cose migliorano e già il nostro 
            inizia a prendere il volo, ma siamo ancora all’inizio. Le canzoni 
            sono tratte dai suoi sei album solisti e sono via via un crescendo, 
            si passa per la vitaminica “Are You Ready”. L’attenzione 
            è tutta concentrata su di lui, ma c’è da rilevare 
            che anche la band al suo seguito, composta da Tore Moren e Jorn Viggo 
            Lofstad alle chitarre, Steinar Krokmo al basso, Lasse Fribraten alle 
            tastiere e Willy Bendiksen e Stian Kristoffersen alla batteria, si 
            dimostra molto agguerrita e potente. Bell’assolo di chitarra 
            in “Cold Sweat”, brano seguito da un potente e drum solo. 
            L’apoteosi arriva con “Out to Every Nation”, con 
            il nostro che è in forma smagliante con un brano davvero all’altezza 
            delle sue capacità. Segue un guitar solo un po’ riempitivo, 
            ma il meglio deve ancora venire, perché il primo dischetto 
            si chiude con l’epica e indimenticabile “Straight Throug 
            the Heart”, tratta proprio dal primo disco solista di Ronnie, 
            e devo dire che sembra proprio che lo spirito del folletto del metal 
            si sia impossessato delle corde vocali di Jorn, che brividi!
 
 Il secondo cd parte con la teatrale “Godless and Wicked”, 
            questo è il terreno dove Lande esprime al meglio le proprie 
            doti di grande interprete, se fosse per me lo vorrei sempre alle prese 
            con brani così visionari. Molto bella anche “Soulburn”, 
            si rivive proprio l’atmosfera dei grandi live album del passato. 
            Altro classico irresistibile è “Perfect Strangers” 
            che ha segnato la rinascita dei Deep Purple negli anni ottanta, quando 
            tutti li credevano ormai morti e sepolti, il trattamento di Jorn è 
            più che all’altezza, anche se la voce di Gillan è 
            più morbida. La splendida “Gonna Find the Sun” 
            precede un medley finale con quattro brani dei mitici Whitesnake, 
            non ci sono commenti.
 
 Gli ultimi tre brani del secondo cd sono una nuova brillante versione 
            studio di “Out to Every Nation”, un medley dei Black Sabbath 
            con “Lonely is the World”, “Letters From Earth” 
            e in finale “Sign of the Southern Cross” (manco a dirlo 
            tutte prese dal repertorio con Ronnie) e infine l’inedita “Sacrifical 
            Feelings” molto hard rock stile Whitesnake.
 
 Con questo album non ci sono più dubbi, è come se Lande 
            avesse dichiarato lui stesso di essere l’erede di alcuni singers 
            e non possiamo certo dargli torto, le sue interpretazioni sono impeccabili 
            e ricche di emozione. Inoltre anche nel suo repertorio solista dimostra 
            di privilegiare uno stile molto settantiano, legato a certo heavy 
            epico, ma anche all’hard rock venato di blues. Il futuro di 
            questo talento è ancora tutto da scrivere, ma di certo ci riserverà 
            delle grandi e nuove emozioni. GB
 
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