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la delusione provata ascoltando l'ultimo album dei Flower Kings, mi
sono accostato con molta diffidenza a questo nuovo progetto di Roine
Stolt e Jonas Reingold (rispettivamente chitarra e basso dei FK) condiviso
con Goran Edman, il singer di Fire and Ice di Malmsteen.
Trascurando l'intro "The Little Man", mi sono buttato sul
secondo brano "Entering the Spectra", una suite di oltre
dodici minuti che mi ha subito riconcigliato con questi artisti. Un
brano puramente prog, con dei tempi molto articolati e grandi breaks
carichi di lirismo. "The Spirit Remains the Same" è
un brano eccezionale, con una struttura complessa che alterna chitarre
acustiche e sognanti a momenti di grande tensione elettrica, una sorta
di incrocio fra la forza dei Black Sabbath e le armonie dei King Crimson,
bella anche la prova di Goran che canta in modo molto ispirato. "Cyberdust
From Mars" musicalmente è una metal song con delle linee
vocali molto riuscite, per certi versi ricorda il progetto Space Metal
di Lucassen. Sulla stessa linea d'onda è "Space Race no.3",
solo un po' più progressiva della precedente, con delle tastiere
inquietanti e un senso apocalittico che preme sull'ascoltatore. "The
Man in the Moon Cries" è un brano che mi ha lasciato poco,
pur avendo delle parti musicali sontuose, non mi ha procurato emozioni
particolari. Le follie ritmiche di "One Whole Half" rappresentano
invece il limite fra il fattibile e l'impossibile, prog e fusion si
mescolano in un vortice inarrestabile. "This is the End"
è una seconda suite con Goran che si supera in una prima piece
col pianoforte, poi si sterza su atmosfere nervose con un grande solo
di chitarra. Reingold trova lo spazio di esibirsi in una piece classica
eseguita col solo basso prima del lungo brano finale "Welcome
to Paradise" che saluta nel migliore dei modi l'ascoltatore con
un tour de force a base di new prog vitale e trascinante.
Entering The Spectra è il nuovo capitolo della splendida saga
progressiva che dovete aggiungere alla vostra raccolta. GB
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Interviste: 2008
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