Non
ci sono storie, i KBB del talentuoso violinista Akihisa Tsuboy sono
il mio gruppo giapponese preferito, siamo al quarto album, il terzo
in studio, ed è un continuo crescendo in qualità e bellezza.
Anche questo nuovo conferma in pieno la maestosità del sound
di questi nipponici.
La prima piece era già presente come anteprima sul live, è
un brano travolgente, quasi undici minuti di pura estasi synphonic
prog, col violino di Tsuboy che regala emozioni ad ogni nota. Ci sono
anche momenti molto psichedelici, altri al limite dello space rock,
comunque è un brano notevole, davvero riuscito. Più
pacata appare subito “Weigh Anchor!”, inizialmente è
quasi neo classica, poi si trasforma in un prog rock dal sapore canterburiano
con molti elementi jazzati. “Stratosphere” possiede un
fascino senza tempo, un brano quasi neo classico molto intenso. Simile
è la romantica “Intermezzo”. Con “Rice Planting
Song” i KBB esplorano invece la musica folk, fra il clawnesco
e le muisiche balcaniche. “Lagon Nebula” ci riporta in
pieno prog settantiano ed è un gran bel sentire. “40
Degrees” gioca ancora fra tensioni sinfoniche e jazz. Chiude
la possente “Order From Chaos”, dove i nostri esprimono
tutto il loro talento e dove troviamo pathos a valnghe.
Non so se è il violino che riesce più di ogni altro
strumento a toccare le corde più profonde del mio cuore (del
resto anche nella musica classica due fra i miei concerti preferiti
ci sono quelli per violino e orchestra di Beethoven e Penderecky),
ma più ascolto questo disco e più rimango incantato.
Certo un album interamente strumentale di questo stile può
risultare un tantino ostico a chi non è proprio appassionato
di questo genere, ma si tratta di composizioni così riuscite
che sono convinto possano piacere anche a dei neofiti. Tsuboy e compagni
hanno fatto un album splendido e io spero che siano in molti a poter
condividere con me le emozioni che questo disco riece a suscitare.
GB
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