Il
vibrafono delicato preciso e ipnotico ci cala in un’atmosfera
di calma e tranquillità, anche se solo dopo pochi istanti un
senso di inquietudine comincia a sopraffarci. Quando si accennano
le note del violino isterico di David Cross siamo ormai prossimi all’esplosione
di un riff di chitarra che ci fa capire di essere di fronte ad un
album senza mezze misure.
Lark’s Tongue In Aspic è il quinto album in studio della
band e il primo del nuovo corso, quello dominato dalla formazione
Wetton, Bruford, Fripp, Cross, Muir. L’hard prog della canzone
che dà il titolo all’album è da manuale, riff
pesanti, cattivi e graffianti, ritmi isterici, batteria in movimento
e percussioni di ogni genere su cui si stagliano arpeggi di chitarra
frenetici e dissonanti e in cui appare ogni tanto il violino, talvolta
acido, talvolta delicatissimo come nella parte finale del brano.
Tutto l’album è un susseguirsi di atmosfere cupe e graffianti
e canzoni delicate e malinconiche come le splendide "Book Of
Saturday" ed "Exiles", cantate con quello stile quasi
da cantastorie caratteristico del mitico John Wetton, grande voce
e uomo dalla tecnica bassistica invidiabile, unica nel suo genere
in quanto a potenza e gusto. Un album dove c’è spazio
anche per un po’ di improvvisazione in "The Talking Drum"
e per l’ironia sarcastica di "Easy Money". L’apice
del disco lo si raggiunge nella traccia finale, "Lark’s
Tongues In Aspic Pt2" per la quale valgono tutti gli aggettivi
spesi per la Pt1, ma il tutto inserito in un contesto più omogeneo
e meno dispersivo.
In definitiva il disco è un capolavoro del periodo 73-74 del
gruppo, anche se è difficile stabilire il primato fra questo
e Red, altro grandissimo album forse più consapevole e omogeneo,
ma conseguentemente meno spontaneo.
Molti affermano che la band non riuscì più a ripetersi
e a raggiungere il livello creativo e artistico di questo periodo,
resta comunque da sottolineare il fatto che si tratta solo di una
delle facce di una band camaleontica che è riuscita ad evolversi
continuamente e a sperimentare come poche altre. MM
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