Molti
gruppi, quando arrivano ad una certa soglia di album sulle spalle,
si ammorbidiscono, iniziano a tirare i remi in barca e a non avere
più grandi stimoli e grandi idee, insomma non pensano più
a fare musica come si deve e preferiscono adagiarsi sui cosiddetti
“allori”. Non i texani King’s X, perché li
ritroviamo a vent’anni di distanza dal loro primo album con
una rinnovata grinta e con un treno di energia pronto a fuoriuscire
dalle casse dello stereo! Il nuovo album XV è una botta di
vita che non può lasciare indifferenti.
Veniamo quindi subito al nuovo album che attacca con la carica di
“Pray”, un hard rock intriso di spiritualità urbana
e rabbia metropolitana, i suoni sono duri, acidi e incutono un senso
di riscatto, di ribellione verso l’ingiustizia di un sistema
che cerca di isolare le persone. “Blue” offre la tipica
musicalità che ha contraddistinto il gruppo negli anni, quel
sound avvolgente e caldo e quelle melodie malinconiche dal sapore
epico e moderno al tempo stesso. “Repeating Myself” è
una ballad elettrica di grande intensità, impreziosita da quei
cori beatlesiani che sono tanto cari ai texani. “Rocket Ship”
è la dimostrazione di come un gruppo possa continuare a reinventarsi
e fare nuove cose rimanendo fedeli al proprio sound. Incantevole “Julie”,
una poesia musicale in un mare di sonorità contrastanti. “Alright”
è un’altra scossa di energia, dal vivo con questo pezzo
si balla! Come in un ideale Lp il cd è diviso in due lati e
“Broke” apre il secondo, un bel brano con un incedere
penetrante, il ritornello è martellante e ti entra contemporaneamente
nel cuore e nella testa. “I Just Want to Live” aggiunge
un tocco di psichedelia. Anche il terzo brano “Move” di
questo secondo lato evidenzia un’anima più sperimentale
dei nostri, che si confermano su alti livelli di ispirazione. “I
Don’t Know” è ancora una ballad elettrica molto
ispirata, la musica fluisce dalle mani di questi musicisti con grande
generosità. “Stuck” ci riporta a qull’epicità
urbana di cui parlavo prima, con un grande senso di malinconia, un
buon rock con un solo di chitarra deciso. Chiude l’inno sguaiato
“Go Tell Somebody”, divertente. A compendio del dischetto
ci sono due bonus tracks, che in questo caso sono anche di valore
e non solo meri riempitivi, la prima è la dura e oscura “Love
and Rockets” e la seconda è “No Lie”, un
blues durissimo.
I King’s X sono tornati con un disco fatto col cuore, che infonde
energia e passione. Un altro tassello importante della loro lunga
discografia che sembra destinata ad allungarsi ancora e noi saremo
pronti ad accogliere nuovi album con la speranza che siano sempre
su questi livelli qualitativi. GB
Altre recensioni: Black Like Sunday;
Live All Over the Place; Ogre
Tones; Live Love in London
Interviste: 2008
Live Report: 2009
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