Rock Impressions
 

MAGNUM – La discografia commentata
di Mario Farina

I Magnum sono uno dei tanti gruppi fantastici che, purtroppo, hanno raccolto solo una parte di quello che hanno seminato.
Nati a Birminghan a metà degli anni settanta arrivano al debutto discografico nel 1978. Il loro sound si ispira in parte ai Queen, ai Kansas e agli Yes (nota di GB anche dai Jethro Tull), dimostrando però subito una spiccata personalità grazie al fantasioso songwriting del chitarrista Tony Clarkin, autore pressocché unico di tutti i brani, interpretati magistralmente dall'eterna e spendida voce del singer Bob Catley.


Primo periodo (1978 – 1985)

Kingdom of Madness (1978)
Il disco di debutto è frutto di anni di lavoro e contiene canzoni molto variegate a tratti dispersive, che spaziano dal granitico rock di “Baby rock me” alle candide atmosfere di “Universe” e “All that is real”, per finire con la progressiva e strumentale “Invasion”.
Il disco è già maturo e l'epica “Kingdom of madness” diventerà subito un classico della band.
Debutto vincente sotto tutti gli aspetti. 7/10

Magnum II (1979)
Ottimo disco che esprime a pieno la magnificenza e l'epicita sprigionata della musica dei Magnum. Si parte con l'evocativa “The great adventure”, una specie di “Bohemian rapshsody” della band. Tutto il disco è un susseguirsi di belle canzoni. Dalla battagliera :-) “The battle” all'epicità ritmata di “All of my life”. Consigliatissimo. 9/10

Marauder (1979)
Disco dal vivo piuttosto acerbo, che fotografa abbastanza bene il primo periodo della band. Vengono riproposte le canzoni dai primi due album, ma la scaletta non convince appieno, soprattutto mancano “Kingdom of madness” e “Great adventure”. Anche la qualità del suono non è un gran che. 6/10

Chase the Dragon (1982)
Nonostante tre anni di distanza dal precedente lavoro facciano pensare al peggio i Magnum ritornano con uno dei dischi più belli della loro carriera. “Soldier of the line” e soprattutto “The spirit” dimostrano la forza ineguagliabile del Magnum sound. Disco perfetto che porta alla band un discreto successo. Da avere e costudire gelosamente :-) 10/10

The Eleventh Hour (1983)
“Chase the dragon” era stato un grande successo e la band pensava di poter contare su un discreto budget per la realizzazione di questo disco, ma incredibilmente non fu concesso. Il disco viene autoprodotto dalla band e il suono in generale ne risente parecchio. Nonostante tutto l'album contiene bellissime canzoni che una più attenta (e costosa) produzione avrebbero ulteriormente valorizzato. Personalmente è uno dei lavori più ascoltati della band quindi anche qui il massimo dei voti. 10/10

On a Storytellers Night (1985)
Continuo a ripetermi ma questo è un altro grandissimo disco. L'apice compositivo della band.
Stavolta tutto funziona a dovere a partire dalla produzione finalmente adeguata. Un capolavoro dalla prima all'ultima nota. Dischi così non se ne fanno più, neanche i Magnum ci sono più riusciti, causa anche una decisa (e discutibile) sterzata stilistica che li ha definitamente consacrati al successo commerciale negli album a venire. 10/10

Secondo periodo (1986 – oggi)

Premessa
Molti vecchi fans dei Magnum bocciano completamente tutta la discografia successiva a “On a storytellers night”, che è decisamente più leggera e votata alla classifica. Io credo che commerciale non sia per forza sinonimo di scarsa qualità. I Magnum ne sono la dimostrazione e nonostante la leggerezza della proposta hanno continuato atutt'oggi a proporre musica di grande qualità.


Vigilante (1986)
Disco iper-prodotto e patinato nasconde però ottime canzoni come “Sometime love” e “Vigilante”. Disco per innamorati malinconici, che dimostra l'elevato potere da classifica dei Magnum. 7/10

Wings of Heaven (1988)
Più energico del precedente porta i Magnum ai vertici delle classifiche pop inglesi. Bellissima l'epica “Don't wake the lion” che ricorda moltissimo i vecchi lavori. 8/10

Goodnight L.A. (1990)
Iper prodotto, strizza l'occhio al mercato americano, un buon disco ma lontano dal caratteristico Magnum sound. Le canzoni risultano un po' anonime e forse solo la frizzante "Rockin' chair" si eleva al rango di classico. 6/10

The Spirit (1991)
Disco dal vivo, presenta la band in buona forma, soprattutto Bob Catley, che con la sua timbrica stentorea ed espressiva rende magiche le canzoni anche quando non lo sono. La band suona troppo bene e probabilmente il disco ha subito qualche rimpasto in studio. La scaletta è equilibrata tra vecchi e nuovi brani e rende giustizia all'intera discografia. 8/10

Keep The Nite Light Burning (1991)
Contiene versioni acustiche dei maggiori successi della band. Purtroppo è l'unico disco che mi manca :-( Voto N.D.

Sleepwalking (1992)
“The flood” è il capolavoro di questo album; veramente epica e coinvolgente. Il resto del disco scorre piacevole facendo dimenticare l'anonimato di “Goodnight L.A.”. Uno dei migliori dischi del secondo periodo. 7/10

Rock Art (1994)
Album leggero che scorre via senza lasciare il segno. Segnalo “Tell tall eyes” lento elettrico ed ispirato. 6/10

The Last Dance (1996)
Questo live, uscito postumo allo scioglimento della band, risulta essere una mera operazione commerciale della SPV per recuperare qualche soldo. Registrazione approssimativa e band decisamente non in forma (a partire dal povero Bob che arriva decisamente provato alla fine del concerto). 5/10

Incredibile: i Magnum si sciolgono! Tony Clarkin e Bob Catley fondano gli Hard Rain che in pratica sono la continuazione dei Magnum, non ho mai capito questa mossa e visto che i dischi degli Hard Rain sono molto belli ho pensato di inserirli comunque nella discografia dei Magnum.

HARD RAIN

Hard Rain (1997)
Disco magnifico, impreziosito dalla stupenda performance di Bob Catley, la nuova avvventura a portato Tony a scrivere canzoni energiche e melodiche, lontano dalla melensità di alcuni vecchi lavori. Nessun calo di tono, tutte le canzoni sprigionano dinamismo e voglia di sperimentare nuovi sentieri musicali. Il disco si trova facilmente nei cataloghi musicali in offerta a prezzo stracciato, cosa aspettate a fare vostra questa misconosciuta gemma rock? 8/10

When the Good Times Come (1999)
Canzoni variegate compongono un un album discreto comunque inferiore all'esordio. La ricerca di nuove soluzioni sonore fa perdere però dinamismo alle canzoni, che risultano alla lunga piuttosto noiose. Da ascoltare però la bellissima “Rock Me in Ya Cradle”. Esperimento riuscito a metà, che spingerà Tony Clarkin a rispolverare il nome Magnum anche in vista dei 25 anniversario dell'esordio della band. 6/10

Bob Catley spinto da mire solistiche abbandona gli Hard Rain e registra alcuni albums molto vicini alle sonorita dei primi Magnum, grazie al supporto compositivo di Gary Hughes (Ten).

BOB CATLEY

The Tower
(1998)
Gary Hughes scrive ottime canzoni e l'intento di ricreare la magia dei primi Magnum riesce, devo dire anche piuttosto bene. La magica voce di Bob Catley fa il resto. Ottimo biglietto da visita per il vecchio Bob, che nonostante l'eta dimostra ancora una volta di possedere una delle voci più belle di sempre. 8/10

Live at the Gods (1998)
Live un po' inutile, che però da la possibilita di ascoltare qualche vecchio classico dei Magnum. La band a supporto di Bob fa il suo lavoro ma niente di più. 6/10

Legends (1999)
Meno ispirato dell'esordio è comunque un bel disco, penalizzato da una produzione non sufficente. Come sempre Bob Catley trasforma canzoni non proprio eccelse in magia. 7/10

Midde Earth (2001)
Sfruttando l'inflazionato concept del “Signore degli anelli” Hughes sforna un bel lotto di canzoni talvolta un po' prolisse. Una produzione (ancora!) inedeguata fa il resto rendendo il disco piuttosto pesante nell'ascolto continuato. 6/10

Le due volpi Bob e Tony riformano i Magnum in vista del 25° anniversario!

MAGNUM

Breath of Life
(2002)
Chi sperava in un ritorno alla pomposità del primo periodo (come il sottoscritto) è rimasto un po' deluso da questo ritorno. Intendiamoci il disco è piacevole e si fa ascoltare in tutta la sua interezza, ma non aggiunge nulla di nuovo alla carriera della riformata band. Le migliori del lotto risultano la ritmata “This Heart”, l'evocativa “Breath of Life” e l'oscura “The Face of an Enemy”. Disco in bilico tra il vecchio e il nuovo, che mantiene alto il nome della storica band di Birminghan. 7/10

Altri ascolti
Esistono svariate raccolte sui Magnum, tutte quelle che ho avuto modo di ascoltare mi sono piaciute, ma vi consiglio l'esaustiva Road to Paradise, che percorre in modo adeguato il primo periodo della band aggiungendo anche qualche rarità.

MF

Recensioni: Livin' the Dream; Princess Alice; Wings of Heaven Live;
Into the Valley of the Moonking;
On The Thirteenth Day

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