Terzo album in meno di due anni per questa band polacca che si sta
dimostrando molto prolifica, inoltre si tratta di dischi di ottimo
spessore, che dimostrano che ci sono anche idee e i mezzi per realizzarle
e che il gruppo non cerca solo di fare musica tanto per fare, ma che
dietro ha un progetto artistico valido. Uninvited Dreams è
un album elettrico che segue le orme dei precedenti, carico di venature
prog metal, a dire il vero il lato più duro della band non
è così determinante e gli Osada Vida non calcano mai
la mano, preferendo spesso soluzioni intermedie che non sono mai eccessivamente
metal, ma che non disdegnano nemmeno il genere. Ne esce un sound personale,
splendidamente prog, capace di guardare sia al passato che al futuro
del genere.
In tutti i brani si respira una tensione palpabile, è prog
tormentato e oscuro, suonato molto bene dai quattro player, che non
risparmiano passaggi carichi di preziosità strumentali. Il
prog metal di questi musicisti riesce sempre ad essere elegante e
colto ed unisce in modo mirabile aggressività e raffinatezza.
Le tracce sono solo sette, tutte piuttosto lunghe ed articolate, ma
l’ascolto non ne risente e il disco scivola via con grande naturalezza,
senza mai stancare o risultare prolisso. Un risultato che è
frutto di un buon cammino attuato dal gruppo, che ha acquistato una
compattezza e una proprietà di linguaggio non comuni. L’unica
cosa che manca è qualche melodia che si incarni immediatamente
nella mente dell’ascoltatore, quel non so ché che si
incarna subito nel cuore e continua a tornare in mente, per il resto
siamo di fronte ad un ottimo disco.
Questo è ottimo prog, proposto da una formazione che difficilmente
otterrà grandi consensi, un po’ per situazioni che con
la musica c’entrano poco e un po’ perché oggi è
sempre più difficile imporsi in un mercato in crisi nera, ma
gli Osada Vida meritano di conquistarsi un proprio pubblico, capace
di ripagarli di tanto impegno. GB
Altre recensioni: Three
Seats Behind a Triangle;
The Body Parts Party; Where
the Devils Live; Particles; The
After-Effect
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