Rock Impressions

Overhead - And We're Not Here After All OVERHEAD - And We're Not Here After All
Musea
Distribuzione italiana: Frontiers
Genere: prog
Support: CD - 2008


Sono passati tre anni da quando ci siamo lasciati sorprendere dall’ascolto del bellissimo Metaepitome, del resto tutti i migliori gruppi svedesi ci hanno abituato a lunghe attese fra un lavoro e il successivo, non fanno eccezione gli Overhead, un gruppo che citando un po’ tutti i grandi del rock ha saputo costruire un sound personale e incantevole.

Il nuovo album parte con un giro dolcissimo, un soft rock incantevole che sorprende per la sua squisita delicatezza, “A method…”, ma è solo un attimo ed ecco che arrivano le intemperanze di “… to the Madness”, che come si può intuire dal titolo è il completamento del brano precedente, ma è tutta un’altra musica, il ritmo è serrato con una partitura energica e trascinante di grande spessore. “Time Can Stay” inizialmente è costruita su un impianto piuttosto semplice, che un po’ soprende, ma poi il tenore man mano che il brano progredisce aumenta, come in certe cose dei migliori Pink Floyd. “The Sun” è una breve parentesi piuttosto inutile. “Lost Inside” in contrapposizione è il brano più lungo dell’album, costruito su un giro piuttosto teatrale e carico di mistero, all’inizio funziona molto bene poi diventa un po’ prolisso e ripetitivo. “Entropy” è giocata su di un giro che ricorda la disco degli anni ’80, non temete siamo sempre in campo rock, poi si arriva anche all’hard, ma c’è anche il flauto del cantante e l’atmosfera diventa davvero speciale, bella musicalità. Per finire ecco “A Captain on the Shore” che mette subito in primo piano proprio il flauto che prima era solo accennato, anche questo è un brano lungo e complesso, con varie buone idee, ma non così coinvolgente al primo ascolto. Oggi siamo in un tempo che brucia tutto molto in fretta e temo che questo album possa essere troppo riflessivo per il grande pubblico, ma per fortuna non sono tutti così.

Questo And We’re Not Here After All è un buon disco, anche se non ha la forza del suo predecessore, vari momenti sono davvero incantevoli e premiano l’ascolto, ma ce ne sono anche alcuni che non funzionano come dovrebbero, gli Overhead ci hanno dimostrato di saper fare di meglio e da loro vogliamo qualcosa di più. Ma per questa volta possiamo anche accontentarci. GB

Altre recensioni: Metaepitome; Of Sun and Moon

Live: 2014

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