Sono passati tre anni da quando ci siamo lasciati sorprendere dall’ascolto
del bellissimo Metaepitome, del resto tutti i migliori gruppi svedesi
ci hanno abituato a lunghe attese fra un lavoro e il successivo, non
fanno eccezione gli Overhead, un gruppo che citando un po’ tutti
i grandi del rock ha saputo costruire un sound personale e incantevole.
Il nuovo album parte con un giro dolcissimo, un soft rock incantevole
che sorprende per la sua squisita delicatezza, “A method…”,
ma è solo un attimo ed ecco che arrivano le intemperanze di
“… to the Madness”, che come si può intuire
dal titolo è il completamento del brano precedente, ma è
tutta un’altra musica, il ritmo è serrato con una partitura
energica e trascinante di grande spessore. “Time Can Stay”
inizialmente è costruita su un impianto piuttosto semplice,
che un po’ soprende, ma poi il tenore man mano che il brano
progredisce aumenta, come in certe cose dei migliori Pink Floyd. “The
Sun” è una breve parentesi piuttosto inutile. “Lost
Inside” in contrapposizione è il brano più lungo
dell’album, costruito su un giro piuttosto teatrale e carico
di mistero, all’inizio funziona molto bene poi diventa un po’
prolisso e ripetitivo. “Entropy” è giocata su di
un giro che ricorda la disco degli anni ’80, non temete siamo
sempre in campo rock, poi si arriva anche all’hard, ma c’è
anche il flauto del cantante e l’atmosfera diventa davvero speciale,
bella musicalità. Per finire ecco “A Captain on the Shore”
che mette subito in primo piano proprio il flauto che prima era solo
accennato, anche questo è un brano lungo e complesso, con varie
buone idee, ma non così coinvolgente al primo ascolto. Oggi
siamo in un tempo che brucia tutto molto in fretta e temo che questo
album possa essere troppo riflessivo per il grande pubblico, ma per
fortuna non sono tutti così.
Questo And We’re Not Here After All è un buon disco,
anche se non ha la forza del suo predecessore, vari momenti sono davvero
incantevoli e premiano l’ascolto, ma ce ne sono anche alcuni
che non funzionano come dovrebbero, gli Overhead ci hanno dimostrato
di saper fare di meglio e da loro vogliamo qualcosa di più.
Ma per questa volta possiamo anche accontentarci. GB
Altre recensioni: Metaepitome; Of
Sun and Moon
Live: 2014
Sito Internet
|