Fra le mani abbiamo il disco di debutto per questa formazione polacca
nata dallo scioglimento dei Collage (niente a che vedere con le fetecchie
nazionali di fine anni settanta). La cover è molto bella e
colpisce subito perché è stata realizzata da Mark Wilkinson,
lo stesso che ha prestato i suoi servigi a Marillion e Fish, mentre
anche il genere musicale segue le stesse orme: new prog sfacciatamente
ottantiano.
Questa affermazione stilistica per gli amanti del prog classico settantiano
equivale a una sonora bocciatura, ma io sono convinto che è
proprio grazie al new prog degli anni ottanta e al prog metal degli
anni novanta se il genere ha saputo sopravvivere, acquistando nuove
schiere di appassionati.
I Satellite richiamano in mente i Pendragon, in particolare per la
voce del singer che ricorda molto quella di Nick Barret, mentre il
sound è molto più ricco, vario ed interessante ed è
più vicino ai Marillion, Pallas e anche un pizzico di Saga.
I brani sono molto lunghi e strutturati, con buoni crescendo e cambi
d'atmosfera senza che l'unità compositiva ne abbia a soffrire.
Apre il CD "The Evening Wind", una traccia che sembra un
manifesto del new prog, infatti, contiene oltre dodici di musica ricca
di suggestioni. Molto bella anche la successiva "On the Run",
che parte malinconica e lenta, poi presenta un break energico con
dei tempi veramente azzeccati, ma nei suoi quattordici minuti cambia
continuamente e in modo decisamente felice. Seguono due brani più
concisi dei quali mi è piaciuto il gusto vagamente epico di
"No Disgrace". Non male anche "Now", mentre ho
trovato "Not Afraid" piuttosto inutile. Le cartucce migliori
sono state sparate e i brani finali chiudono dignitosamente un disco
molto piacevole, che non aggiunge niente di nuovo, ma è sopra
la media dei dischi del genere. GB
Altre recensioni: Into the Night; Nostalgia
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