Avevamo lasciato i polacchi SBB con un album interlocutorio, che non
ci aveva convinto fino in fondo e oggi, ascoltando il nuovo album
omonimo penso che probabilmente il precedente lavoro non aveva convinto
del tutto nemmeno la band, sulla cui storia non sto a tediarvi, visto
che l’abbiamo già accennata nelle precedenti recensioni.
Il nuovo album, il quindicesimo in studio, si presenta con dei toni
scuri, già la copertina ci dispone a sonorità notturne,
ma l’intento della band è di ripercorrere idealmente
la storia della band nata nei primi anni ’70. Il disco è
piuttosto lungo e sfiora di poco gli ottanta minuti per ben sedici
tracce. Il sound è molto jazzato a tratti fusion, ma siamo
sempre nell’ambito di un prog rock quasi interamente strumentale.
Gli interventi vocali sono molto limitati e siccome in passato il
cantato in lingua non si era rivelato particolarmente congeniale,
ritengo che la band abbia fatto bene a concentrarsi più sulle
musiche, che risentono molto della lezione dei Pink Floyd, ecco si
potrebbe quasi affermare che è una rilettura in chiave fusion
rock della lezione degli inglesi. Ci sono momenti molto azzeccati
e alcuni brani sono miele per le orecchie, anche se l’album
risulta un tantino lungo e l’ascolto attento tutto d’un
fiato non è certo agevole, ma è musica notevole, sempre
interessante.
La padronanza della band è un marchio di fabbrica, il disco
è suonato con grande gusto, i suoni sono studiati con cura
e ci sono solos di chitarra da manuale, pieni di gusto, gli SBB non
deludono di certo le attese dei loro fans e nemmeno quelle di un pubblico
colto, che ama la musica ricercata e raffinata. GB
Altre recensioni: New Century; The
Rock; Four Decades;
Iron Courtain; Blue Trance
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