Rock Impressions

Jeff Scott Soto - Damage Control JEFF SCOTT SOTO - Damage Control
Frontiers Records
Distribuzione italiana: Frontiers
Genere: Hard Rock
Support: CD - 2012
Voto: 80/100


Yngwie Malmsteen, Journey, Talisman, Eyes, Takara, Soul SirkUS, una nutrita serie di album solisti: con queste credenziali torna sulle scene uno dei più potenti e quotati cantanti della scena Hard Rock internazionale, artista che secondo il sottoscritto ha raccolto molto meno di quanto non meriti, ma anche così va il mondo!

"DC" è un prodotto molto professionale, realizzato insieme a ben ventisei musicisti del calibro di Dave Meniketti, Gary Schutt, Casey Grillo, Joel Hoekstra, Jorge Salan, etc, ma tutti posti al servizio dell'interpretazione di Jeff che sta ben attento a non farsi rubare la scena da tale schieramento di aiutanti.

Recuperato lo spirito parzialmente perso nel precedente "Beautiful Mess" del 2009, JSS parte a razzo con "Give A Little More", dall'ottimo bilanciamento fra hard rock e armonie melodiche degno dei migliori Talisman, la titletrack e "Look Inside Your Heart" che ripercorrono senza notalgia gli insegnamenti di un 'tal' Joe Lynn Turner. Quindi spazio al puro AOR di "Die A Little" e "If I Never Let Her Go" con chitarre, tastiere e parti vocali che ci riportano a metà anni ottanta con un suono attuale, ma è soprattutto la prima canzone a catturare la mia attenzione, mentre la seconda è più banale. Quindi le tonalità hard rock si riaccendono nella diretta "Tears That I Cry", un tour de force prima di farsi cullare dalle romantiche spire di "Bonafide" che gli spalancherebbero le onde radiofoniche internazionali se i miopi ed avidi responsabili delle major non sprecassero tanto denaro per promuovere inutili e deprimenti sequenze di suoni. "Krazy World" al confronto è scioccante, un ritmo serrato accompagnato da chitarre compresse e cattive che solo parzialmente lascia intravvedere le tentazioni funky di Jeff, che in "How To Love Again" consentono al riuscito mix fra AOR e hard rock di dominare con classe.

"AfterWorld" si muove sulla falsariga di "Krazy World" senza riuscire ad entusiasmarmi, così accolgo con piacere la conclusiva "NeverEnding War", sorta di power-ballad molto intensa arricchita da un appassionato cantato di Jeff che arriva al termine del cd dando la sensazione di aver in parte giocato sul sicuro per recuperare quei fans che gli si erano allontanati, ma la qualità media è superiore e merita di finire nella rockteca degli appassionati del genere. ABe

Altre recensioni: Live at the Gods 2002; Essential Ballads; Live in Madrid

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