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la fusion vitale ed energizzante di questo esuberante four piece nipponico
a due anni di distanza da Points of View e le coordinate non sono
cambiate, anche se le composizioni mi sembrano molto più mature
e convincenti.
Il gruppo si è distaccato dai classici per iniziare a proporre
il proprio linguaggio musicale fatto di virtuosismi mozzafiato e di
melodie effervescenti. I brani sono tutti strumentali e sono piuttosto
lunghi e complessi, a parte il primo anonimo che fa un po' da intro.
La vera partenza è affidata a "Triumphal Return",
una traccia che inizia veloce con la fusion che si mescola con il
pomp epico, le tastiere sono in primo piano e la sezione ritmica si
mostra in tutta la sua potenza, mentre la chitarra è quella
che mi piace meno per via di un'impostazione poco grintosa, un po'
troppo alla Metheny, ma recupera nel finale con un solo piuttosto
nervoso. "Only a Wish" non mi piace proprio in quanto ha
degli arrangiamenti da canzoncina, comunque ci sono dei passaggi meritevoli
e le solite zampate di virtuosismo della sezione ritmica. "Latin
Rythm" è tutta un'altra musica, forse il pezzo più
bello dell'album, il basso è incontenibile e la batteria non
è da meno, ma anche la chitarra e le tastiere disegnano atmosfere
deliziose. "Private Eye" si discosta dai brani precedenti
offrendo un crescendo molto piacevole, mentre "Jazz It"
è energia pura, il basso a sei corde di Koichi Iwai è
incontenibile e fa saltellare l'ascoltatore, mentre gli altri tre
del gruppo gli corrono dietro! A metà brano parte un personalissimo
solo di chitarra, seguito poco dopo da uno altrettanto interessante
di tastiere, per chiudere con dei virtuosismi di batteria. Dopo tante
scintille chiude la riflessiva e lunga "An Eternal Tide".
I giapponesi hanno un modo molto particolare di fare musica, che non
piace a tutti, ma sono senza dubbio dei grandi musicisti. GB
Altre recensioni: Points Of View; Verge
of Reality; Alive 2
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