Rock Impressions

Theodor Bastard - Vetvi THEODOR BASTARD - Vetvi
Theo Records
Distribuzione italiana: -
Genere: Folk Apocalittico / Trip Hop
Support: CD - 2015


I Theodor Bastard sono una formazione russa di grande esperienza, da circa vent’anni sperimentano diversi generi musicali, folk apocalittico, trip hop, world music, dark wave, cold wave, industrial, electronic, ambient, senza porsi confini o limiti. Il gruppo è capitanato da Fedor Svolotch, ma fondamentale è stata anche l’entrata in formazione della cantante Yana Veva, musa e non solo, il suo impulso è stato determinante per l’evoluzione del progetto. Attorno ai due gravitano una lunga serie di musicisti, che suonano gli strumenti più disparati, molte percussioni, ma anche strumenti antichi, tradizionali e a volte inventati, ne esce un sound magico, spirituale, ammaliante, che seduce ascolto dopo ascolto.

A dire il vero la prima cosa che mi ha colpito di questo disco è stato il packaging, bellissime le illustrazioni di Elia Mervi (http://eliaillustration.com/) e della stessa Yana, inserite in un digipack originale, con un booklet molto curato e delle scelte tonali che mi hanno subito emozionato. La band in precedenza aveva pubblicato l’album Oikoumene, molto più rituale del presente. Questo nuovo capitolo della loro saga mostra un deciso passo avanti, rimane forte il contatto con la natura e spesso si ha l’impressione di addentrarsi in paesaggi nordici di rara bellezza. Su queste immagini, che sanno di terra e di passioni, si stende un tappeto sonoro di grande suggestione, melodie dal sapore antico, perfettamente interpretate dalla voce sensuale di Yana, che incanta e cattura l’ascoltatore.

Gli arrangiamenti sono ricchi e complessi, ritmi sciamanici e tantrici fanno da tappeto ad una strumentazione molto ricca e varia, che comprende sia strumenti tradizionali, che moderni. Le tastiere si mescolano agli archi, ai fiati, alla chitarra, a diverse percussioni, un vortice di suoni orchestrato con grande maestria. I singoli titoli sono poco importanti perché è un disco che si ascolta volentieri nel suo insieme, anche se mi sembra che “Salameika” sia una delle porte di accesso più dirette all’universo sonoro dei Theodor Bastard.

Progetto colto e sopraffino, ricco di fascino e di sapori, ora esotici ora nordici, ma sempre perfettamente in linea con un gusto sonoro vicino agli amanti dei generi citati in apertura. Una vera gemma da scoprire e conservare gelosamente. GB

Altre recensioni: Oikoumene;
Volch'ya Yagoda

intervista: 2020

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