Mi ricordo molto bene del debutto di questi ragazzi svedesi uscito
nel 2002 su Record Heaven, allora erano in quattro con voce, tastiere,
basso e batteria, oggi ai quattro si è aggiunto un secondo
tastierista. Il sound del gruppo non è cambiato nelle intenzioni,
si parte ancora dalla lezione dei King Crimson, con dei suoni duri
che richiamano anche qualcosa dei Pain Of Salvation, ovviamente senza
le chitarre.
L’apertura è affidata alla breve“Morning Star”,
che inizia con un giro soffuso di tastiere e un cantato sognante,
un inizio molto morbido che viene sconvolto dalla successiva “Kinetic”,
che è aggressiva, con delle linee ritmiche complesse, ma ben
definite al tempo stesso. Un brano che non sfigurerebbe nel repertorio
dei maestri sopra citati. Molto bella la parte finale col suo incedere
tra il misterioso e il solenne. Delle rombanti linee di basso aggrediscono
un giro ipnotico di tastire con un’atmosfera moderna e claustrofobica
in “Torrential Rain”, ottima prova che mostra il forte
carattere di questi musicisti. Dopo un breve intermezzo poetico parte
“Sky Burial”, con un giro che sulle prime non sembra un
gran che, ma che si dimostra presto molto evocativo e drammatico con
delle linee vocali che si imprimono velocemente nella memoria, uno
dei miei brani preferiti di questo disco. “Subzero” gioca
a sperimentare con sonorità piuttosto originali, a dimostrazione
che il gruppo cerca anche nuove soluzioni, pur restando in un impianto
mediamente melodico, che a tratti mi ricorda qualcosa dei migliori
Magellan. “Quiet Stalker” con i suoi diciotto minuti rappresenta
la classica suite, è una buona traccia, ma non colpisce in
modo particolare, ci sono molti bei passaggi, ma non è così
significativa come avrebbe potuto essere. La chiusura è un
po’ sottotono con la breve e melliflua “Homesick”,
ma dopo le scintille precedenti ci può anche stare.
I Violent Silence si confermano essere un grande gruppo, anche se
ancora non hanno raggiunto il consenso che meritano, ma questo disco
dimostra tutto il carattere di questi grandi musicisti. Loro hanno
fatto quello che dovevano, ma a noi adesso il dovere di dar loro una
possibilità. GB
Altre recensioni: Violent Silence;
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Goes Progressive 2005;
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Interviste: 2006
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