| INTERVISTA 
            con i VIOLENT SILENCE, risponde  Johan Hedman 
            (versione inglese)di Giancarlo Bolther
 
 Per cominciare volete introdurre il vostro gruppo con una 
            breve retrospettiva?
 L’attuale configurazione del gruppo ha la sua origine 
            attorno al 1999, quando prima Bruno e poi Phillip entrarono nel gruppo, 
            ma io e Hannes abbiamo iniziato a scrivere insieme delle canzoni fin 
            da quando eravamo alle scuole superiori. Negli anni il sound del gruppo 
            è cambiato radicalmente, perché all’inizio eravamo 
            molto più metallici di oggi e usavamo molte più chitarre. 
            Björn è il componente più “giovane”, 
            infatti è entrato nel gruppo nel 2004.
 
 Cosa mi puoi raccontare delle canzoni del nuovo album?
 In questo caso abbiamo cercato, più o meno coscientemente, 
            di fare delle canzoni con dei tempi più ricercati. Il primo 
            album era basato più dei mid tempo ed up tempo, invece in questo 
            nuovo ci sono dei tempi molto diversi con continui cambi, ci sono 
            episodi molto veloci come “Kinetic”, altri decisamente 
            lenti come “Sky Burial” e altri ancora che stanno nel 
            mezzo. È molto vario anche da un punto di vista armonico, l’esempio 
            più lampante sono le armonie delicate di “Subzero” 
            rispetto a quelle dissonanti di “Quiet Stalker”. Inoltre 
            abbiamo voluto un vero prologo ed un epilogo e se li ascolti con attenzione 
            ti accorgi che sono più o meno la stessa canzone, con temi 
            musicali e lirici simili, ma suonati in modo leggermente diverso. 
            Originariamente li avevamo registrati con la chitarra, ma dopo averli 
            ascoltati ci siamo resi conto che non avevano niente a che fare col 
            disco, così li abbiamo reincisi con le tastiere. Il nuovo album 
            ha anche un feeling leggermente più dark rispetto al primo, 
            ma paradossalmente i testi in alcuni casi sono più positivi, 
            forse perché ispirati dai tempi più veloci.
 “Quiet Stalker” è stata la canzone più dura 
            ad essere completata. Hannes aveva in mente da anni l’idea base 
            (versi e cori). Molto prima di realizzare il primo album, ma non l’avevamo 
            mai finita del tutto, perché non avevo ancora trovato l’inizio 
            del testo che si adattava perfettamente con lo spirito dark e spaziale 
            del brano. Avevo già un’idea precisa di come volevo che 
            venisse il sound del brano e l’arrangiamento in generale e come 
            avrebbero dovuto connettersi ai testi, ma non è stato facile. 
            Quando abbiamo incominciato a lavorare seriamente sul brano questo 
            era lungo circa cinque minuti e ogni volta che provavamo un finale 
            ci sembrava sempre che fosse monco, così ogni volta diventava 
            sempre più lungo!
 La parte centrale strumentale è stata la principale colpevole. 
            Stavamo quasi per andare in panico un mese prima di iniziare a registrare, 
            quando ci siamo resi conto che non era ancora finita. Tutto è 
            andato a posto quando abbiamo aggiunto la parte portante di batteria 
            alla melodia principale, che era stato preso da un altro arrangiamento 
            incompiuto del brano. Erano diversi anni che avevamo messo da parte 
            questo ritmo, quando come per magia ha funzionato alla perfezione 
            in questo brano.
 
 Dove trovate l’ispirazione per i testi?
 I brani di Kinetic a livello concettuale sono tutti incentrati 
            su un viaggio che ho fatto con la mia ragazza nell’Asia Orientale, 
            ma al tempo stesso sono tutti piuttosto diversi fra loro. Gli embrioni 
            di “Morning Star”, “Torrential Rains”, “Homesick”, 
            “Kinetic” e “Sky Burial” sono nati quando 
            eravamo in Cina e in Tibet. Le prime tre in particolare sono dedicate 
            principalmente alla mia ragazza. “Torrential Rains” è 
            ispirata da una rude e spaventosa corsa in autobus su cui abbiamo 
            viaggiato e che ho cercato di descrivere nel modo più reale 
            possibile. Ogni cosa che abbiamo rappresentato nei nostri testi ha 
            un riferimento a qualcosa che è realmente accaduto. “Kinetic” 
            è semplicemente un brano energizzante che vuole rilanciare 
            il senso di autostima in un mondo piuttosto duro e ostile. “Sky 
            Burial” è una celebrazione per la morte di mio padre, 
            è stata concepita in un momento di luminosità su una 
            montagna del Tibet, mentre ammiravo il cosiddetto “tetto del 
            mondo”. È un posto così bello e tranquillo che 
            mi ha fatto riflettere molto su certe cose della mia vita.
 Su un altro fronte sono “Subzero” e specialmente “Quiet 
            Stalker”, che sono ispirate ad una visita che ho fatto al centro 
            di tortura dei Khmer Rossi a Tuol Sleng in Cambogia. Quella visita 
            mi impressionò profondamente. Non sono mai stato ad Auschwitz 
            o in altri campi di morte costruiti durante la Seconda Guerra Mondiale, 
            ma dai resoconti che ho letto di chi li ha visitati ho avvertito un 
            pesante senso di rabbia, vuoto e tristezza. “Quiet Stalker” 
            riguarda in generale i pericoli di una mentalità troglodita 
            e il convincimento assurdo che solo il modo di pensare, agire e credere 
            specifico di una determinata comunità, sia a livello politico 
            che religioso, sia giusto e veritiero. Nonostante sia stata scritta 
            in riferimento ad un posto ed un tempo specifici, il testo si può 
            benissimo applicare a qualsiasi situazione politica o religiosa di 
            tipo oppressivo in qualsiasi epoca della storia dell’umanità. 
            Anche “Subzero” tocca gli stessi argomenti, ma riguarda 
            più specificatamente le ipocrisie politiche o religiose. Tutto 
            quello che posso dire al riguardo è che non importa se tu sei 
            mussulmano, cristiano, buddista o ebreo, non importa che idee politiche 
            hai o qual è il colore della tua pelle, perché sarai 
            sempre il benvenuto a casa mia e potremo bere insieme una birra fresca. 
            Potrei non essere d’accordo con te su alcuni argomenti, ma da 
            parte mia avrai sempre il rispetto che meriti.
 
 Come procedete a livello compositivo?
 È quasi sempre Hannes che scrive la parte più 
            importante delle nostre musiche, quindi dovresti fare a lui questa 
            domanda. Comunque quando componiamo, l’idea basilare di un pezzo 
            viene scritta piuttosto velocemente, ma per alcuni dettagli o per 
            certe sezioni dei brani possono richiedere un po’ più 
            di tempo. Abbiamo entrambe molte idee musicali incompiute e pezzi 
            di canzoni che devono ancora aspettare l’opportunità 
            migliore per essere utilizzate. A volte questi frammenti e parti di 
            canzoni non si amalgamano con la canzone che stiamo scrivendo in quel 
            momento per ragioni diverse, così molti frammenti e parti molto 
            valide che avrebbero meritato di entrare nell’album, ne restano 
            fuori. Altre volte le nostre canzoni nascono attorno ad un testo specifico 
            e poi cerchiamo di arrangiare il pezzo al fine di trovare l’atmosfera 
            migliore per quel testo.
 
 Quanta tradizione e quanta modernità ci sono nella 
            vostra musica?
 È difficile rispondere a questa domanda. Io considero 
            il nostro gruppo come molto consapevole e che apprezza quello che 
            accade nel mondo musicale di oggi. Quali che siano i nostri gusti 
            musicali, siamo ugualmente influenzati ad un certo livello, sia da 
            cose nuove che da quelle vecchie, non è importante, purché 
            ci piaccia. Noi cerchiamo solo di comporre musica e in un momento 
            successivo stiamo a guardare quello che succede. Prendi per esempio 
            un brano come “Quiet Stalker”, che dura sui diciotto minuti, 
            se avessimo pensato che sarebbe stata migliore durando solo cinque 
            minuti allora l’avremmo fatta così, oppure prendi “Kinetic”, 
            se ci fosse piaciuta di più resa come una ballad pianistica 
            l’avremmo fatta così. Per ogni canzone cerchiamo sempre 
            di trovare la forma che piace di più a noi stessi. Non importa 
            se deve durare un minuto solo o trenta, se deve essere semplice e 
            diretta o complessa, o lenta, o dura, o melliflua, o questo o quest’altro, 
            non ci occupiano di questi aspetti. Non facciamo molti piani prima 
            e se ci chiedessi come sarà il sound del nostro prossimo album, 
            non potremmo darti una risposta precisa. Principalmente perché 
            a tutt’oggi non siamo ancora così avanti a livello compositivo.
 
 Il vostro nuovo album è molto forte e oscuro, che 
            messaggio volete dare?
 Grazie! Non saprei dire se i brani in se stessi hanno un 
            messaggio comune che li lega o qualcosa di questo tipo, ma credo che 
            sia chi ascolta che può trovarlo. Se mi stai chiedendo se si 
            tratta di un concept album, allora ti rispondo che non è stato 
            concepito in questo senso, ma credo che la gente possa anche trovare 
            un concept sottostante se ci crede.
 
 Che tipo di responsi state ricevendo?
 Sono abbastanza soddisfatto dei giudizi contrastanti che 
            abbiamo generato. Molte recensioni sono state veramente positive e 
            qualcuna di esse sono state veramente piene di entusiasmo e hanno 
            dichiarato che l’album è un classico moderno, il che 
            per noi è abbastanza sconcertante, ma ovviamente è anche 
            molto bello da sentire. Altri giornalisti, invece, hanno un punto 
            di vista diametralmente opposto e odiano profondamente il disco. La 
            cosa più sorprendente è che molti si sono cocciutamente 
            focalizzati sul fatto che non ci sono chitarre. Questo ci aveva molto 
            sorpresi anche in seguito all’uscita del primo album, così 
            adesso siamo un po’ più preparati a questa critica, ma 
            suona lo stesso piuttosto bizzarra. Altri giornalisti hanno dichiarato 
            che la nostra musica è buona e molto originale, ma che avrebbero 
            dato un punteggio più alto se ci fossero state le chitarre 
            e anche questo mi sembra decisamente strano. È come se qualcuno 
            si dovesse lamentare perché i Black Sabbath non usavano i lukulele 
            o per l’assenza del cantato growl tipo death metal in The Lamb 
            Lies Down On Broadway, anche se apprezzano il disco. Abbiamo la consapevolezza 
            che musicalmente “Kinetic” e “Quiet Stalker” 
            possono essere considerati da molti come i due brani più controversi 
            dell’album e in fondo siamo abbastanza d’accordo con questo.
 
 Secondo te quali sono i punti focali del nuovo album?
 Sono molto soddisfatto del nuovo album su tutti i livelli, 
            a partire da come sono venute le canzoni, per la produzione complessiva 
            e per le nostre performances individuali. Detto questo trovo abbastanza 
            difficile isolare dei momenti singoli come migliori di altri, in particolare 
            perché ogni brano ha una finalità molto precisa. Infine, 
            musicalmente parlando, nel disco abbiamo esplorato molte soluzioni 
            sia stilistiche che armoniche. Tutte le canzoni hanno dato un contributo 
            significativo, ma una menzione speciale va a “Sky Burial”, 
            che probabilmente è il brano più personale di quelli 
            che portano la mia firma e Bruno canta in modo assolutamente fantastico. 
            Anche “Kinetic” è un altro brano importante, perché 
            è piuttosto diverso da quanto abbiamo fatto finora. Abbiamo 
            cercato molte volte in passato di scrivere una canzone veramente veloce, 
            ma non ha mai funzionato prima di adesso. Ovviemente anche “Quiet 
            Stalker” che è la prima canzone veramente lunga ed formalemnte 
            epica. “Torrential Rains” è un punto focale per 
            l’interpretazione di Bruno, quando abbiamo suonato per la prima 
            volta il brano finito con l’aggiunta del cantato, nello studio 
            tutti avevano la bocca aperta. Non avrei mai pensato che sarebbe riuscito 
            ad ottenere un risultato così. Beh, è meglio che mi 
            fermi qui, altrimenti finisce che parlo di ogni brano del disco.
 
 Secondo il tuo parere quali sono le principali differenze 
            col primo album?
 Oltre ad essere una raccolta di brani più corti rispetto 
            a quelli di Kinetic, il primo album possiede un feeling più 
            grezzo e vario. Principalmente a causa della produzione e dei suoni 
            più limitati di tastiere che avevamo a disposizione al tempo. 
            Da allora Hannes ha collezionato un piccolo arsenale di tastiere il 
            che ci ha aperto molte più possibilità a livello compositivo.
 
 Siete stati soddisfatti della registrazione e della promozione 
            del primo album?
 Amo ancora molto ogni singolo brano e li suoniamo ancora 
            quasi tutti dal vivo, ma la produzione avrebbe potuto essere migliore 
            in alcuni punti. Ma abbiamo fatto tutto quello che era nelle nostre 
            possibilità economiche, per questo posso dire che viste le 
            circostanze sono piuttosto soddisfatto di come è venuto. La 
            promozione della Record Heaven è stata praticamente inesistente 
            a causa di un cambio di management avvenuto in quel periodo. In pratica 
            il nostro è stato l’ultimo disco realizzato dalla label, 
            che adesso non esiste più. Se non fosse stato per la Musea, 
            che si è occupata del disco e ha curato la promozione, nessuno 
            avrebbe potuto ascoltare il disco. Grazie al cielo oggi abbiamo una 
            situazione completamente diversa con Hansi Gross e la Progress Records, 
            che amano molto il nostro gruppo e hanno fatto tutto il possibile 
            per far conoscere il nome dei Violent Silence.
 
 Mi puoi dire qualcosa di più sull’origine del 
            vostro nome e del perché l’avete scelto?
 Se la memoria non mi inganna, credo che il nome sia venuto 
            fuori durante le vacanze di Pasqua quando eravamo a scuola. Come sempre 
            stavo ascoltando molta musica e molti dischi che ascoltavo in quel 
            periodo avevano molte rime che coniugavano violenza (violence) con 
            silenzio (silence), così ho solo messo insieme le due parole. 
            Sembrava che il nome si addattasse molto bene alla musica che suonavamo 
            e così non l’abbiamo più cambiato.
 
 Cosa pensi della scena progressiva attuale?
 Sembra molto in forma, se non altro guardando al numero di 
            gruppi presenti. Purtroppo però molte bands non si distiguono 
            dalle altre, anche se questa è una mia opinione personalissima 
            e priva di valore. Personalmente preferisco ascoltare gruppi con uno 
            stile più originale.
 
 Secondo te quali sono stati i gruppi che hanno scritto le 
            pagine più importanti nella storia del prog?
 Penso di poter parlare a nome di tutto il gruppo citando 
            i Genesis. Essi sono stati così originali e inventivi, specialmente 
            nel periodo con Gabriel, da vincere qualsiasi paragone o competizione. 
            Inoltre hanno scritto dei brani che puoi isolare dal resto e ognuno 
            si stampa chiaro nella memoria, questa è una qualità 
            che non è facile da trovare nel mondo ultra veloce del progressive 
            rock. I Violent Silence hanno cercato molto di ispirarsi a questa 
            attitudine. Altri che meritano di essere ricordati sono Frank Zappa, 
            Yes, Pink Floyd, King Crimson, Marillion e Voivod. Tutti grandi gruppi 
            e artisti che mi hanno fortemente ispirato.
 
 Quali sono i paesi dove il prog è più popolare 
            oggi?
 Non saprei davvero, i Violent Silence sembra che vendano 
            più dischi nell’Europa centrale e in diverse parti dell’America.
 
 I Fans della vecchia scuola prog tendono a considerare i 
            gruppi di oggi come “regressive”, perché sono poco 
            innovativi e sembrano guardare più al passato che non al futuro... 
            cosa ne pensi?
 Per alcuni versi sono daccordo con questo, ma anche le persone 
            che la pensano così, secondo me, forse guardano nella direzione 
            sbagliata. Gruppi come The Mars Volta, Coheed And Cambria, Paatos, 
            Khoma, Mats & Morgan Band, Enslaved, Tool, Massive Attack, Bob 
            Hund, Mastodon, Fireside, System Of A Down e Portishead, anche se 
            suonano in modo molto diverso dai gruppi degli anni ’70 e ’80, 
            hanno però una grossa parte dello stesso spirito che ha animato 
            quei gruppi.
 
 Come vivete la realtà quotidiana fuori dal gruppo, 
            che tipo di persone siete?
 Noi viviamo a Uppsala, che è una città universitaria, 
            così molti di noi sono ancora impegnati negli studi o stanno 
            lavorando.
 
 Qual’è la soddisfazione maggiore che vi è 
            capitata nella vostra carriera artistica?
 L’aver avuto l’opportunità di realizzare 
            due albums di cui sono immensamente orgoglioso e di aver potuto suonare 
            con persone che ammiro e apprezzo profondamente.
 
 Quali sono i tuoi gruppi preferiti?
 È una domanda a cui è impossibie rispondere 
            velocemente. Sono un vero musica dipendente e ascolto ogni tipo di 
            musica esistente. Ma sono cresciuto principalmente ascoltando Progressive 
            Rock, Metal e Hard Rock, Pop e Rock, Reggae e musica classica, tutti 
            questi generi musicali fanno parte del mio background e sono vicini 
            alla mia anima. Alcuni dei miei artisti preferiti sono: Genesis, Black 
            Sabbath, Slayer, Voivod, Pink Floyd, Igor Stravinskij, Mercyful Fate, 
            Frank Zappa, Metallica, Depeche Mode, Iron Maiden, The Cure, Yes e 
            Steel Pulse.
 
 Cosa mi puoi dire della scena musicale nel tuo paese?
 È piutosto vivace con molti gruppi che suonano stili 
            molto diversi, ma non ci sono molti posti dove suonare, specialmente 
            per chi suona materiale come il nostro. Il Progressive Rock dalla 
            nostra stampa è generalmente considerato negativamente, quindi 
            nessuno lo suona se non è animato da una passione genuina per 
            questo genere.
 
 Questi sembrano tempi oscuri, secondo te cosa dovremmo cambiare 
            al più presto?
 Credo che la cosa più importante da cambiare sia anche 
            quella più difficile. La percezione che le persone di paesi 
            e culture diverse hanno delle altre persone di differenti paesi e 
            culture. La cosa che mi fa più paura oggi è il recente 
            esasperarsi in senso negativo delle comunicazioni fra diversi gruppi. 
            Fra i popoli di diverse linee di pensiero e di religione i rapporti 
            si stanno inasprendo sempre più, aumentano i pregiudizi e c’è 
            sempre meno sopportazione gli uni degli altri e questo è molto 
            controproducente per tutti noi. Ovviamente io mi auspico che le cose 
            possano cambiare, ma ho paura che questo non succederà mai, 
            sembra essere diventata una parte integrante della psicologia umana.
 
 Recensioni: Violent 
            Silence; Kinetic; Slottsskogen 
            Goes Progressive 2005;
 Twilight Furies
 
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