Questo è uno dei più bei filmati che mi sia capitato
di vedere. Il nuovo dvd sulla storica formazione inglese, una di quelle
per cui veramente si può spendere l’espressione “che
ha cambiato il rock!”, è una testimonianza fondamentale
per capire questo genere musicale in tutte le sue sfaccettature. Forse
a qualcuno di voi la mia introduzione può sembrare un tantino
esagerata, ma vi assicuro che il documentario-intervista contenuto
in questo doppio dvd è di quelli che lasciano il segno.
Tutto parte col dopoguerra… eh si, perché per capire
il rock bisogna conoscere la storia, sia politica che economica, la
sociologia, la psicologia, bisogna considerare l’uomo in tutta
la sua complessità ed è questo che traspare dalle bellissime
interviste. Dicevamo… il dopoguerra, c’erano la fame e
la povertà, un paese da ricostruire dopo i bombardamenti, c’era
l’eredità musicale lasciata dai soldati americani che
aveva affascinato migliaia di giovani in tutta Europa, con le sue
sonorità del tutto nuove per l’epoca, c’era il
sogno del cinema americano degli anni ’50, che mostrava una
vita idilliaca, mito che negli anni è miseramente crollato,
c’erano in altre parole tutti i presupposti per una grande rivoluzione
culturale, che infatti non è tardata. Il rock di quegli anni
è stato un testimone privilegiato di questi cambiamenti e gli
Who ne hanno incarnato l’aspetto artistico più alto.
Come tanti altri, all’epoca si chiamavano High Numbers, sono
partiti dall’amore per il blues e poi l’hanno evoluto
in un sound dalla forza dirompente. Ci sono molti filmati d’epoca,
come le prime esibizioni e spezzoni da moltissimi concerti. Un cammino
che è passato per album storici e brani memorabili, viene spiegato
perché in “My Generation” viene proposto un balbettio,
ogni scelta artistica viene esaminata. Poi è arrivato il ’68,
l’anno della svolta discografica: per la prima volta gli Lp
hanno venduto più dei 45 giri e via con una carellata di copertine
di dischi capolavoro! Viene spiegato perché sfasciare le chitarre
era in fondo una forma d’arte, ma anche come questo dissanguava
le finanze del gruppo. Infatti non sono tutte rose e fiori, c’è
la disillusione su tutte le cose sbagliate che hanno contribuito alla
nascita del mito, ma anche alla sua distruzione: gli abusi di alcohol
e droghe, le liti, le incomprensioni, ogni cosa viene messa sotto
i riflettori con semplicità e sincerità, senza nascondersi
e senza falsi moralismi, dicendo semplicemente come sono state le
cose e perché quel genio tutto sregolatezza di Keith Moon è
morto. Perché è morto anche il bassista John Entwistle
molti anni dopo, ma in fondo per la stessa causa. Perché è
stato uno sbaglio che fa ancora male aver fatto certe scelte, perché
però nonostante tutto, questo abbia reso ancora più
forte e sincera l’amicizia fra Roger Daltrey e Pete Townshend,
che sembra quasi che a volte si stupiscano un po’ di essere
ancora qui a raccontarci tutto questo. Ma ci sono anche le interviste
ai produttori, ai collaboratori, ad amici e familiari, a tutti quelli
che hanno lavorato per gli Who e anche ad alcuni artisti selezionati
come Sting, The Edge, Noel Gallagher ed Eddie Vedder, il leader dei
Pearl Jam.
Potrei dirvi ancora tante cose di questo imperdibile dvd, potrei parlarvi
dei bonus, ma credo di aver già detto abbastanza. Se amate
il rock non esitate a fare vostro questo incredibile documento. GB
Altre recensioni: Live at Royal Albert Hall
Live reportage: 2007
Articoli:
The WHO dai diari di Carlo Basile
|