Rock Impressions

The WHO - Verona, 16 Giugno 2007
di Michele Maestrini

Sono passati un bel po’ di anni per il pubblico italiano prima di poter rivedere in azione i due “reduci” di una delle formazioni più gloriose della storia del rock, uno dei gruppi che ha veramente dato una scossa al genere e che ha spinto come un acceleratore impazzito verso sonorità abrasive la musica pop. L’attesa era tanta e l’Arena, il prestigioso teatro romano di Verona, era stracolma di gente di un po’ tutte le età, i giovani non mancavano anche se il prezzo non proprio popolare dei posti a sedere aveva ovviamente privilegiato un pubblico “maturo”.

Salgono sul palco a stemperare l’attesa i giovani Rose Hill Drive, un trio con un sound molto ruvido e settantiano, fra Blue Cheer e Stooges, ma ancora un po’ acerbi a livello di songwriting. Il pubblico non ancora al completo sembrava un po’ annoiato dalla loro esibizione.

Un po’ di attesa per il cambio di palco ed ecco che, con un inizio folgorante, davanti ad un arena praticamente sold out, i mostri sacri del rock hanno lasciato a bocca aperta i fans venuti da tutta Italia per non perdersi quella che forse è stata l’ultima chanche di vedere gli Who dal vivo qui da noi. Si parte con la quasi ovvia “I can’t Explain” e via a raffica con “The Seeker”, “Substitute”, la nuova “Fragments” e la celebre “Who Are You” mentre sullo sfondo scorrono immagini nostalgiche con clip della band dal passato treni in corsa e immagini psichedeliche. Sembrava tutto perfetto, con una band in forma strepitosa e un impatto sonoro da brividi, ma ecco che accade quello che tutti scongiuravano, lo show viene interrotto dopo circa 20 minuti da una specie di nubifragio che ha costretto la band a fuggire dal palco e il pubblico a cercare riparo alla meglio nelle gallerie coperte dell’arena.

Tutto fin tropo chiaro, il timore della pioggia che gia’ si avvertiva dai giorni precedenti e dalla mattina stessa si è tramutato in realta’ spegnendo il sogno delle circa 12000 persone presenti. La pioggia continua battente e quando finalmente si placa cominciano i comunicati che forse il concerto riprendera’ non appena possibile. Un briciolo di speranza si accende e dopo circa un’ora, con ancora parecchia gente nei corridoi interni parte il boato del pubblico e l’arpeggio di “Behind Blue Eyes”. Si ricomincia e tutti corrono fuori (ormai i posti numerati non esistono piu’!), Roger parte alla grande ma al primo acuto ci si rende conto del secondo dramma della serata…la voce è quasi completamente sparita , lui stizzito si ferma, allarga le braccia, la band interrompe la canzone e via di nuovo tutti fuori, è il momento piu’ brutto, un misto di rabbia e tristezza invade l’Arena, il concerto è finito.

A sorpresa dopo alcuni minuti compare Pete sul palco… comincia a parlottare un po’ spiegando che purtroppo Roger non puo’ continuare il concerto e chiede di avere un po’ di pazienza dicendo che cerchera’ di suonare e cantare lui. Dopo un ‘altra breve pausa. Si riparte, torna la band al completo e si ricomincia con Pete che tiene le redini della situazione cantando praticamente tutti i brani fino alla fine e Roger in parte a contribuire con qualche coro e a tirare fuori l’ultimo fiato in corpo per cantare alla meglio gli ultimi brani. Il concerto viene portato a termine con una scaletta ridotta ma comunque strepitosa.

Fin qui ho cercato di fare un resoconto oggettivo della serata… adesso cominciano le mie considerazioni personali piu’ o meno condivisibili. Sinceramente non so quale artista o quale band avrebbe continuato a suonare in queste condizioni. Non so quanti cantanti avrebbero continuato a cantare rischiando di compromettere seriamente la voce e le date successive del tour. Non so quante band avrebbero fatto di tutto per continuare un concerto che sarebbe potuto apparire patetico e che invece si è rivelato un atto di coraggio, orgoglio e rispetto per il pubblico italiano. Dico queste cose con un briciolo di commozione, non so se ci sarà la possibilità di rivedere in piedi ancora gli Who dopo questo tour, Roger ha affermato che ritornerà con la sua voce, ce lo auguriamo tutti, ma purtroppo chi può dirlo? L’urlo di Roger su “Won’t Get Fooled Again” al termine del concerto squarcia il cielo di Verona e i cuori del pubblico. Il leone ruggisce ancora. Boato e applausi.

Massimo rispetto per i vecchi del rock e un grazie a Pete Townshend, in forma spettacolare a cui va il merito di aver salvato una serata che poteva essere disastrosa. Questo è il Rock con la “R” maiuscola e alle (per fortuna) poche persone che ho sentito fare commenti ironici e di disappunto sulla band consiglio la prossima volta di andarsi a vedere il Festivalbar.

Scaletta:
The seeker
Substitute
Fragments
Who Are You
Behind Blue Eyes
Let's See Action
Eminence Front
Relay
Magic Bus
Baba O'Riley
The Real Me
Pinball Wizard
The Kids Are Alright
My Generation
Won't Get Fooled Again

Recensione: Live at Royal Albert Hall; Amazing Journey

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