Sono
passati un bel po’ di anni per il pubblico italiano prima di
poter rivedere in azione i due “reduci” di una delle formazioni
più gloriose della storia del rock, uno dei gruppi che ha veramente
dato una scossa al genere e che ha spinto come un acceleratore impazzito
verso sonorità abrasive la musica pop. L’attesa era tanta
e l’Arena, il prestigioso teatro romano di Verona, era stracolma
di gente di un po’ tutte le età, i giovani non mancavano
anche se il prezzo non proprio popolare dei posti a sedere aveva ovviamente
privilegiato un pubblico “maturo”.
Salgono sul palco a stemperare l’attesa i giovani Rose Hill
Drive, un trio con un sound molto ruvido e settantiano, fra Blue Cheer
e Stooges, ma ancora un po’ acerbi a livello di songwriting.
Il pubblico non ancora al completo sembrava un po’ annoiato
dalla loro esibizione.
Un po’ di attesa per il cambio di palco ed ecco che, con un
inizio folgorante, davanti ad un arena praticamente sold out, i mostri
sacri del rock hanno lasciato a bocca aperta i fans venuti da tutta
Italia per non perdersi quella che forse è stata l’ultima
chanche di vedere gli Who dal vivo qui da noi. Si parte con la quasi
ovvia “I can’t Explain” e via a raffica con “The
Seeker”, “Substitute”, la nuova “Fragments”
e la celebre “Who Are You” mentre sullo sfondo scorrono
immagini nostalgiche con clip della band dal passato treni in corsa
e immagini psichedeliche. Sembrava tutto perfetto, con una band in
forma strepitosa e un impatto sonoro da brividi, ma ecco che accade
quello che tutti scongiuravano, lo show viene interrotto dopo circa
20 minuti da una specie di nubifragio che ha costretto la band a fuggire
dal palco e il pubblico a cercare riparo alla meglio nelle gallerie
coperte dell’arena.
Tutto fin tropo chiaro, il timore della pioggia che gia’ si
avvertiva dai giorni precedenti e dalla mattina stessa si è
tramutato in realta’ spegnendo il sogno delle circa 12000 persone
presenti. La pioggia continua battente e quando finalmente si placa
cominciano i comunicati che forse il concerto riprendera’ non
appena possibile. Un briciolo di speranza si accende e dopo circa
un’ora, con ancora parecchia gente nei corridoi interni parte
il boato del pubblico e l’arpeggio di “Behind Blue Eyes”.
Si ricomincia e tutti corrono fuori (ormai i posti numerati non esistono
piu’!), Roger parte alla grande ma al primo acuto ci si rende
conto del secondo dramma della serata…la voce è quasi
completamente sparita , lui stizzito si ferma, allarga le braccia,
la band interrompe la canzone e via di nuovo tutti fuori, è
il momento piu’ brutto, un misto di rabbia e tristezza invade
l’Arena, il concerto è finito.
A sorpresa dopo alcuni minuti compare Pete sul palco… comincia
a parlottare un po’ spiegando che purtroppo Roger non puo’
continuare il concerto e chiede di avere un po’ di pazienza
dicendo che cerchera’ di suonare e cantare lui. Dopo un ‘altra
breve pausa. Si riparte, torna la band al completo e si ricomincia
con Pete che tiene le redini della situazione cantando praticamente
tutti i brani fino alla fine e Roger in parte a contribuire con qualche
coro e a tirare fuori l’ultimo fiato in corpo per cantare alla
meglio gli ultimi brani. Il concerto viene portato a termine con una
scaletta ridotta ma comunque strepitosa.
Fin qui ho cercato di fare un resoconto oggettivo della serata…
adesso cominciano le mie considerazioni personali piu’ o meno
condivisibili. Sinceramente non so quale artista o quale band avrebbe
continuato a suonare in queste condizioni. Non so quanti cantanti
avrebbero continuato a cantare rischiando di compromettere seriamente
la voce e le date successive del tour. Non so quante band avrebbero
fatto di tutto per continuare un concerto che sarebbe potuto apparire
patetico e che invece si è rivelato un atto di coraggio, orgoglio
e rispetto per il pubblico italiano. Dico queste cose con un briciolo
di commozione, non so se ci sarà la possibilità di rivedere
in piedi ancora gli Who dopo questo tour, Roger ha affermato che ritornerà
con la sua voce, ce lo auguriamo tutti, ma purtroppo chi può
dirlo? L’urlo di Roger su “Won’t Get Fooled Again”
al termine del concerto squarcia il cielo di Verona e i cuori del
pubblico. Il leone ruggisce ancora. Boato e applausi.
Massimo rispetto per i vecchi del rock e un grazie a Pete Townshend,
in forma spettacolare a cui va il merito di aver salvato una serata
che poteva essere disastrosa. Questo è il Rock con la “R”
maiuscola e alle (per fortuna) poche persone che ho sentito fare commenti
ironici e di disappunto sulla band consiglio la prossima volta di
andarsi a vedere il Festivalbar.
Scaletta:
The seeker
Substitute
Fragments
Who Are You
Behind Blue Eyes
Let's See Action
Eminence Front
Relay
Magic Bus
Baba O'Riley
The Real Me
Pinball Wizard
The Kids Are Alright
My Generation
Won't Get Fooled Again
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