Andrea Vianelli, in arte Thomas Hand Chaste (storico drummer della
prima incarnazione dei Death SS), consegna alle stampe il suo secondo
album con un nuovo moniker, che cela anche un progetto molto diverso
da quello espresso col suo primo album solista strumentale Uno Nessuno
Centomila. I Witchfield sono più vicini al concetto di gruppo
e al fianco di Andrea troviamo il bassista Baka Bomb, che ha suonato
anche con Catena e con gli psichedelici Boohoos (di cui ha fatto parte
anche Catena), i fratelli John e Andy Cardellino, rispettivamente
cantante e chitarrista e infine il chitarrista Ilario Suppressa. Da
notare che partecipano come ospiti due nomi illustri del rock sulfureo,
Steve Sylvester che canta in un brano e un reddivivo Clive Jones (dei
demoniaci Black Widow) che è sempre più presente sulla
scena dark e che presto potrebbe tornare in prima persona.
Questo disco si propone di continuare dove si è interrotto
il Violet Theater abbandonato ormai da anni da Paolo Catena, un doom
ossessivo, prossimo a formazioni come i St Vitus e Pentagram, ma che
ha sempre stato contraddistinto anche da una grande originalità.
Ovviamente abbiamo un gruppo di musicisti che sa il fatto suo e riesce
a manipolare il doom con grande proprietà di linguaggio, ne
esce un sound saturo e malsano di notevole impatto, anche se la registrazione
non è sempre ottimale. Ci sono molte citazioni letterarie importanti,
da Shakespeare a William Blake e ci sono due cover significative,
“Inquisitor” che era un cavallo di battaglia dei primi
Death SS e “Black Widow” di Alice Cooper cantata da Sylvester,
ma queste citazioni non devono distrarre l’attenzione dal resto
del repertorio, che farà la gioia di ogni vero appassionato
del dark sound. Comunque sia, anche se seguo da sempre le gesta di
Andrea e dei gruppi in cui ha suonato, il disco non mi ha entusiasmato,
ottimo dark rock, ma senza quel qualcosa in più che era presente
sui lavori passati.
Il mio non è un giudizio teso a stroncare questo album, quello
che voglio dire è che è un disco ottimo per gli amanti
del genere e per tutti i vecchi fans dell’Uomo Lupo, ma che
non offre quel qualcosa in più che avremmo potuto aspettarci.
GB
Altre recensioni: Uno Nessuno Centomila;
Sabbatai Zevi; 3 |