Rock Impressions

Witchfield - Sleepless WITCHFIELD - Sleepless
Black Widow
Distribuzione italiana: Masterpiece
Genere: Dark Rock
Support: CD - 2009


Andrea Vianelli, in arte Thomas Hand Chaste (storico drummer della prima incarnazione dei Death SS), consegna alle stampe il suo secondo album con un nuovo moniker, che cela anche un progetto molto diverso da quello espresso col suo primo album solista strumentale Uno Nessuno Centomila. I Witchfield sono più vicini al concetto di gruppo e al fianco di Andrea troviamo il bassista Baka Bomb, che ha suonato anche con Catena e con gli psichedelici Boohoos (di cui ha fatto parte anche Catena), i fratelli John e Andy Cardellino, rispettivamente cantante e chitarrista e infine il chitarrista Ilario Suppressa. Da notare che partecipano come ospiti due nomi illustri del rock sulfureo, Steve Sylvester che canta in un brano e un reddivivo Clive Jones (dei demoniaci Black Widow) che è sempre più presente sulla scena dark e che presto potrebbe tornare in prima persona.

Questo disco si propone di continuare dove si è interrotto il Violet Theater abbandonato ormai da anni da Paolo Catena, un doom ossessivo, prossimo a formazioni come i St Vitus e Pentagram, ma che ha sempre stato contraddistinto anche da una grande originalità. Ovviamente abbiamo un gruppo di musicisti che sa il fatto suo e riesce a manipolare il doom con grande proprietà di linguaggio, ne esce un sound saturo e malsano di notevole impatto, anche se la registrazione non è sempre ottimale. Ci sono molte citazioni letterarie importanti, da Shakespeare a William Blake e ci sono due cover significative, “Inquisitor” che era un cavallo di battaglia dei primi Death SS e “Black Widow” di Alice Cooper cantata da Sylvester, ma queste citazioni non devono distrarre l’attenzione dal resto del repertorio, che farà la gioia di ogni vero appassionato del dark sound. Comunque sia, anche se seguo da sempre le gesta di Andrea e dei gruppi in cui ha suonato, il disco non mi ha entusiasmato, ottimo dark rock, ma senza quel qualcosa in più che era presente sui lavori passati.

Il mio non è un giudizio teso a stroncare questo album, quello che voglio dire è che è un disco ottimo per gli amanti del genere e per tutti i vecchi fans dell’Uomo Lupo, ma che non offre quel qualcosa in più che avremmo potuto aspettarci. GB

Altre recensioni: Uno Nessuno Centomila; Sabbatai Zevi; 3


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