Quando si parla dei Death SS si pensa subito a Steve Sylvester e a
Paul Chain, ma in formazione c’erano anche il bassista Claude
Galley e il batterista Thomas Hand Chaste. Come succede per gran parte
delle formazioni, sono pochi a ricordare bassisti e batteristi. Molto
spesso cantante e chitarrista rubano la scena e per gli altri può
essere difficile farsi notare. Dico questo perché anche io
sono caduto in questo errore: non avevo messo in giusto risalto il
fatto che Thomas era stato l’autore principale delle musiche
dei Sancta Sanctorum. Oggi Andrea Vianelli, in arte Thomas H.C., pubblica
il suo terzo album, il secondo col moniker Witchfield. Thomas ha composto
la quasi totalità di liriche e musiche del disco e lo accompagnano
una serie numerosa di ospiti. Quello che però emerge è
che il suo percorso artistico dimostra quanto il suo contributo sia
stato importante anche in passato, benché forse non sia stato
ancora riconosciuto.
Un intro claustrofobico apre l’album, come mettere il formaggio
sui maccheroni, del resto è fondamentale partire col piede
giusto. I brividi scattano col primo vero brano, “Living on
Trees”, il perfetto anello di congiunzione tra quanto fatto
in passato da Thomas con Paul Chain e il presente. C’è
lo stesso spessore tenebroso, lo stesso magico climax, la chitarra
perfettamente doom ci cala in un’oscurità totale, i richiami
sono molti, gli echi, le vibrazioni, ma soprattutto c’è
l’abilità di Vianelli. Subito dopo viene proposta la
title track, un doom metal di forte impatto, la quintessenza del genere,
davvero Andrea merita di essere considerato alla pari con Paul e Steve,
questo brano lo dimostra senza possibilità di dubbio alcuno.
“Continent” inizia quasi atmosferica, è un brano
dalle tinte prog dove troviamo anche un suadente flauto e poi c’è
un cantato femminile stregato e sofferto, che letteralmente incanta
inchiodando all’ascolto. Il doom più vero torna nel mid
tempo “I Feel the Pain”, il cantato ricorda molto quello
di Sanctis Ghoram. “Walk” è un brano a parte, diverso
dagli altri, eppure nel contempo perfettamente in linea, quasi fosse
una ballata disperata con un buon crescendo. “Wake Up Your Mind”
è un brano settantiano come capita raramente di ascoltare,
davvero speciale, con dei cori da brividi, poi c’è anche
una parte strumentale centrale che farà la gioia di tutti gli
amanti di queste sonorità. E se non è classe questa...
L’oscurità più malevola torna a regnare nella
mefitica “Heart of Soldier”, un down tempo densissimo,
che non lascia spazio ad alcuno spiraglio, un preludio di apocalisse.
“Falling Star” invece è splendidamente psichedelica,
dilatata, potrebbe essere molto adatta anche ad un repertorio space
rock, ma in fondo è un brano senza tempo.
Il cd contiene anche un video realizzato da Camilla Muccioli con musiche
di Andrea. Il titolo è “La Metamorfosi dell’Anima”.
Non è un filmato vero e proprio, ma contiene immagini che scorrono.
Ci sono fotogrammi di animali scomposti e colorati, intermezzati da
simboli dal sapore esoterico. Oltre agli animali ci sono immagini
di mostri fantastici e studi di fisiognomica, su tutto veglia un occhio
inquietante e campeggia la frase “La paura di essere diversi”.
Le musiche spaziano dal doom a scorribande molto libere, a momenti
di puro lirismo, tutte ambientazioni comunque piuttosto dark.
Dei tre ex credo che oggi sia proprio Thomas Hand Chaste a portare
avanti la tradizione più dark del vecchio combo, un onere che
il nostro sembra reggere con grande proprietà di mezzi. La
rivincita del batterista. GB
Altre recensioni: Uno Nessuno Centomila;
Sleepless; 3 |