Secondo
album per questa formazione americana di prog cristiano, che già
col debutto si era messa in luce per il suo sound molto sinfonico
e corposo e che con questo nuovo disco definisce ancora meglio la
propria proposta musicale.
La formazione è rimasta invariata e così la formula
degli Akacia, troviamo infatti quattro lunghe traccie, di cui quella
omonima supera i trentasei minuti, mentre le altre tre vanno dai cinque
agli oltre otto, alternando parti semplici come la ballata “The
Grace of God” ad altre particolarmente complesse come la title
track, comunque su tutte spicca la voglia di fare musica progressiva
di grande forza comunicativa.
In bilico fra new prog e tentazioni retrò alla Yes, gli Akacia
ci propongono un disco gustoso molto ben suonato e ricco di momenti
di grande lirismo, virtuosismi e melodie semplici e toccanti come
nella migliore tradizione, un gruppo capace di soluzioni articolate
e al tempo stesso di parentesi contemplative molto riuscite.
La proposta, come è ovvio, è rivolta principalmente
agli appassionati del genere prog, ma la fruibilità di questo
gruppo è alta e può essere apprezzato anche da una cerchia
più vasta di appassionati di musica. The Brass Serpent non
è un disco facile, ma al tempo stesso può conquistare
un ascoltatore esigente e non prevenuto. GB
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Interviste: 2006
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