Orfani
di Duncan Patterson, che ha recentemente dato vita all’interessante
progetto Ìon, gli Antimatter di Mick Moss proseguono con questo
quarto album e come guests troviamo Danny Cavanagh a vari strumenti,
Ste Hughes al basso, Chris Phillips alla batteria, Rachel Brewster
al violino e Gavin Attard al synth in un brano.
Il sound per questo album è molto oscuro e intimista, le canzoni
sono leggere e “pesanti” al tempo stesso, ad un ascolto
distratto sfuggono via senza lasciare segno, ma ad un ascolto attento
scavano come l’acqua nella terra e lasciano segni profondi.
Fin dall’inizio gli Antimatter hanno optato per una musica non
facile, ma di grande spessore artistico e questo album è la
conferma di quanto seminato, anche se dispiace un po’ per l’assenza
di Duncan.
L’album parte con dolcezza, le note morbide di “Redemption”
accarezzano i sensi e aprono su un mondo dai toni foschi e malinconici,
è solo l’inizio del viaggio con gli Antimatter, la voce
di Moss è semplicemente perfetta, evocativa e addolorata al
punto giusto. Ma la successiva “Another Face in a Window”
alterna parti melliflue ad altre cariche di elettricità e di
forza, emerge il lato più duro del gruppo e sono scintille.
“Ghosts” è giocata su un arpeggio molto soffuso,
sembra quasi un brano cantautorale o di folk music, disperatamente
romantico. Meno immediata, ma ugualmente intensa è “The
Freak Show”. Anche la strumentale “Landlocked” è
un viaggio riuscito nella tristezza, ma molto più efficace
è la lenta agonia di “Conspire”. L’elettricità
di “Leaving Eden” arriva come un balsamo per curare i
sentimenti negativi accumulati coi brani precedenti e le note un po’
più sostenute ci ritirano su il morale. “The Immaculate
Misconception” è un altro piccolo gioiello, infine l’album
si chiude con l’eterea “Fighting for a Lost Cause”.
Gli Antimatter sono una voce fuori dal coro e mi piacciono proprio
per questo, fanno musica non sempre facile, che a volte richiede un
certo impegno per essere accolta, ma che poi sa ripagare gli sforzi
con abbondanti emozioni. GB
Altre recensioni: Saviour;
Fear of a Unique Identity
Interviste: 2013
Live reportage: 2007
Sito
Web
|