Gli Antimatter sono uno dei migliori gruppi di neo folk apocalittico
in circolazione, il loro passaggio sul nostro sacro suolo, durante
il recente tour acustico, è stato un vero evento, condiviso
coi debuttanti Leafblade, un nuovo progetto artistico fra Sean Rooney
Jude, Danny Cavanagh e Pete Gilchrist che non ha ancora dischi all’attivo
(attualmente hanno pubblicato un paio di demo e un live distribuiti
ai concerti o via internet).
Come location è stato scelto un piccolo club vicentino e ancora
una volta bisogna rilevare, con una punta di tristezza, come sia difficile
in Italia attirare pubblico, nonostante la caratura artistica dei
musicisti coinvolti, è davvero triste pensare che una qualunque
cover band fa di regola più spettatori di quanti ne sono venuti
per gli Antimatter. Altra nota fortemente negativa, anomalia tutta
italiana, è stato l’orario di inizio del concerto, le
23, che ha causato l’uscita di una parte di pubblico per ovvii
motivi di orario, prima della fine della serata, del resto c’erano
persone che avevano fatto anche più di tre ore di viaggio per
essere presenti al concerto e credo bisogni avere un maggior rispetto
nei confronti del pubblico, tenendo conto del fatto che sulle locandine
si parlava di un’apertura del locale prevista per le 21 e che
invece è stata posticipata alle 22, il che per quasi tutti
i presenti, si è tradotto in un’ora al freddo sotto la
pioggia, come direbbe Grillo ai politici “vaffan…o!”.
Ovviamente i primi a salire sul palco sono stati i Leafblade, che
erano presenti in due su tre, purtroppo mancava Cavanagh. Sean e Pete,
armati entrambe di chitarra acustica, hanno suonato e cantato i pezzi
che per tutti erano nuovi, ciononostante l’esibizione è
stata molto gradita dal pubblico. Devo rilevare però che i
suoni erano veramente pessimi, cupi e metallici, a mio parere colpa
di un mixaggio scellerato, ed è stato un vero peccato perché
le canzoni proposte erano molto belle, i due hanno suonato e cantato
bene, con grande passione e intensità. Molti brani avevano
un forte gusto zeppeliniano (ovviamente mi riferisco agli Zep acustici)
ed è stato un concerto che resterà per un bel po’
nel mio cuore. Alla fine dell’esibizione Sean si è mescolato
fra il pubblico per assistere al concerto degli Antimatter, ma senza
disdegnare il contatto con i presenti, davvero un ragazzo pieno di
simpatia e calore.
Arrivato il turno degli Antimatter, Pete Gilchrist è tornato
sul palco solo come cantante insieme al leader Mick Moss, che invece
ha suonato la chitarra. Questa volta i suoni erano un po’ migliori,
hanno usato anche delle basi per avere un sound più corposo,
ma per quanto mi riguarda Moss ha suonato in modo pessimo, come un
vero “zappatore” della sei corde. Non fraintendetemi,
a me le canzoni degli Antimatter piacciono molto, davvero dei brani
ricchi di profonda intensità, ma Mick ha suonato male, forse
non era in serata o forse, più semplicemente è un ottimo
compositore, ma non altrettanto tale come esecutore, fatto stà
che mi piacevano le musiche ma non l’esecuzione. Nonostante
le critiche sono stato contento di essere stato presente, perché
le musiche mi piacevano ed ero in ottima compagnia, quindi il bilancio
complessivo è stato ugualmente positivo. GB
Recensioni: Saviour; Leaving
Eden; Fear of a Unique Identity
Interviste: 2013
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