Rock Impressions

Asia - Omega ASIA - Omega
Frontiers
Distribuzione italiana: Frontiers
Genere: Pomp
Support: CD - 2010


Gli Asia sono uno dei primi supergruppi del Rock, dopo Emerson Lake & Palmer. Nella sua prima incarnazione è composto, come gia ben saprete, da John Wetton (King Crimson, UK, Uriah Heep), Geoff Downes (Yes, Buggles), Steve Howe (Yes) e da Carl Palmer (EL&P, Atomic Rooster). Cosa ci si può attendere da quattro guru del Progressive Rock è ovviamente della musica ipertecnica, come in una fittizia gara goliardica a chi la fa più clamorosa, invece non è proprio così. La tecnica è eccelsa, ci scappano delle scale complesse, ma quello che domina è lo spiccato senso per la melodia ed il ritornello facile. Infatti gli Asia li abbiamo conosciuti così, a volte al limite del banale, ma aperti a quel mercato enorme che piace tanto all’America, lo stile radiofonico. E' dal 1981 che si aggirano nel music business, fra improvvise sparizioni e ritorni al fulmicotone, tuttavia oggi li incontriamo più sovente, tanto che l’ultimo lavoro risale al 2008 con il titolo “Phoenix”.
E’ cambiato dunque qualcosa in due anni? Poco, diciamo che in “Omega” c’è una virata sul Rock più energico, ma di poca cosa. Quello che grava sopra le teste di questi artisti è quel clamoroso disco dal titolo “Asia”, con il quale si fanno i soliti ed inevitabili paragoni. Ma sgombero la mente e mi accingo all’ascolto del nuovo “Omega”.

“Finger On The Tigger” è un hit single a tutti gli effetti, si diverte a giocare con le classiche soluzioni energiche, per rendere l’idea stile “Eye Of The Tiger” dei Survior. “Through My Veins” è più pacata, ma gode di quella vena esponenziale alla quale gli Asia ci hanno abituati da sempre. Comunque malgrado il tempo passi inesorabilmente, gli assolo di Howe sono sempre belli da ascoltare. “Holy War” resta leggera, quasi anonima, malgrado un refrain accattivante, troppi deya-vu nell’interno. Per ascoltare gli Asia più intimistici, bisogna giungere ad “Ever Yours”, canzone toccante e di classe, ma noi dagli Asia ci aspettiamo ben altro. Ci pensa “Listen Children” a smuovere un poco l’ambiente, ritornello da cantare e quant’altro, ma ancora per i miei gusti non basta. Finalmente l’enfasi sale stile Asia con “End Of The World”, nulla di trascendentale, ma questo è nel DNA della band. “Light The Way” osa di più, il ritmo cresce con il piacere di chi ascolta e dimostra che ancora la band ha voglia di divertirsi. Altro potenziale hit è “Emily”, bonus track per il mercato europeo, semplice e ruffiano come il genere richiede. “I’m Still The Same” è quello che esce un poco dai confini Asia e francamente spezza, divertendo con un refrain davvero indovinato. Questo potrebbe piacere ai fans dei Queen tanto per intenderci. “There Was A Time”, dolce ballata ed “I Believe” sono i momenti più belli dell’ intero disco, quest’ultima un Rock AOR di elevata fattura. Chiude “Don’t Wanna Lose You Now”, canzone gradevole e senza grandi pretese, anche se gia troppo sentita.

Il ritorno degli Asia è sempre un evento, comunque ognuno la pensi sulla musica, una band che riesce sempre ad emozionare e questa è l’essenza della musica. Bentornati Asia. MS


Altre recensioni: Alive in Hallowed Halls; Aqua; Anthology; Aria; Arena; Archivia; Phoenix




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