Ci
troviamo sicuramente al cospetto di uno dei dischi fondamentali del
Progressive Italiano e non, questo 'Io sono Nato Libero' che mette
in evidenza la preparazione tecnica e compositiva di un gruppo che
molto ha dato alla musica italiana.
Fra i molti lavori del BANCO lo prediligo in assoluto e lo colloco
fra i primi dieci dischi più belli in assoluto. Ecco gli autori
di cotanto merito: Vittorio Nocenzi (tastiere), Gianni Nocenzi (pianoforte
e piano elettrico), Marcello Todaro (chitarre), Renato D'Angelo (basso),
Pier Luigi Calderoni (batteria) e Francesco Di Giacomo (voce).
Già dalla meravigliosa e non scontata veste grafica dotata
di un singolare spiccato senso per il nuovo (copertina a forma di
libretto sagomato) intuiamo di trovarci di fronte ad un disco fuori
dalle norme. Le tematiche trattate nei testi sono sempre difficili
ed impegnate ma rese gradevoli da quella che reputo finalmente una
degna voce per una degna musica, quella di Francesco Di Giacomo che
si distingue dalla massa per la sua tonalità enfatica e pure
per il suo modo di interpretare i brani. Chissà perché
ma nella musica Prog italiana le belle voci non ci sono mai state,
grande limite per i nostri portabandiera all'estero...
Dopo l'ottimo esordio del 1972 'Banco Del Mutuo Soccorso' e dell'altrettanto
ottimo 'Darwin!' (1972) finalmente la consacrazione e la piena maturità
di 'Io Sono Nato Libero', il quale esordisce con 'Canto Nomade Per
Un Prigioniero Politico', brano-suite (15 minuti) tra i più
riusciti di tutta l'intera carriera del BANCO. Questo è il
riassunto del Prog in Italia, tecnico, mai scontato, melodioso ed
impegnato.
Notevole il lavoro tastieristico dei due fratelli Nocenzi. Ci incanta
pure l'interpretazione dell'ipertricotico e paffutello barbuto Francesco,
così come nel brano lento 'Non Mi Rompete' dove un dolce arpeggio
di chitarra classica ci accompagna in questo sogno bucolico che lascia
spazio ad un finale allegro e spensierato. Si respira in pieno quell'aria
tanto cara a coloro che amano gli anni '70 in tutte le loro forme
e culture. ' La Città Sottile' riporta il BANCO in quella dimensione
a loro consona e cioè quella della ricerca compositiva con
un cantato a tratti persino recitato. Sempre importante il lavoro
delle tastiere per garantire all'ascoltatore un viaggio mentale e
per far capire (se ancora ce ne fosse il bisogno ) che questa è
musica per la mente. 'Dopo... Niente E' Più Lo Stesso' è
un altro brano mini suite (9 minuti) che nulla aggiunge e nulla toglie
a tutto quello che abbiamo ascoltato sin d'ora , ma che amalgama perfettamente
il disco senza nemmeno un attimo di calo. Ultimo ottimo brano è
'Traccia II', strumentale dall'incedere in crescendo fra il medioevale
e l'epico.
Non sono certo io che scopro il BANCO, ma se qualcuno di voi è
interessato ad una musica vera, incontaminata e melodiosa questo gruppo
è per lui e fra le loro opere 'Io Sono Nato Libero' è
il punto di partenza. MS
Altre recensioni: Seguendo le Traccie; B.M.S.
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