I The Bankrobber vengono da Riva del Garda (TN) e sono una delle band
di rock italiano col sound più fresco che mi sia capitato di
incontrare, ho trovato molto contagioso il loro british rock venato
di punk e cantato in italiano, tra alternative e power pop. All’attivo
hanno già diversi Ep e singoli, qualche video e alcune collaborazioni
significative, come quella con Enrico Ruggeri, che ha scritto anche
un testo per questo nuovo disco (“Piccole Maschere”),
mentre il suo bassista Fabrizio Palermo ha seguito la produzione artistica
di alcuni brani, poi quella con Stefano Sardi e Gabriele Guerzoni
dei Koiné.
La partenza è molto grintosa con la trascinante “Goodbye
Happy Days”, un frizzante tributo alla famosa serie televisiva,
belle melodie vocali e una giusta dose di ironia e tanta voglia di
rockare, inizio convincente. “Respira” ha richiami alla
dark wave, la chitarra è molto evocativa, il drumming è
tribale, poi però si respira un’aria alternative post
punk di buon spessore, alcuni momenti del pezzo sono davvero notevoli,
con ottimi intrecci vocali. Bello il testo di “Diverso”
centrato sui dilemmi adolescenziali, chiusi tra il nuovo virtuale
e i soliti problemi relazionali, cucito su un tessuto rovente, che
aumenta il senso di dramma del testo. Le stesse cose si potrebbero
dire per “Distanza Gelida”, che è un po’
più ballad, ma la stessa intensità. “21 Giugno
1958” è più’ sperimentale, con continui
cambi d’atmosfera, intrigante, ma mi piace meno delle precedenti.
Il disco comunque presenta una buona unità compositiva e anche
quando la band cerca di esplorare nuovi territori, come nella ruvida
“Mi Sveglierò”, resta comunque sempre riconoscibile.
Si continua con un altro bel brano, “Lontano dalla Realtà”,
altra riflessione sui disagi giovanili, lucida e turbolenta, che ben
riflette, anche nei suoni, la frenesia dei giovani, la velocità
con cui tutto succede, una musica che è ottima metafora di
quello che racconta. “Specchio” è quasi hard rock
e precede “Piccole Maschere”, uno dei singoli di punta
del disco, tra punk e belle aperture armoniche. “Il Peso delle
Cose” continua con coerenza il percorso offerto da questo album,
che si conclude con un piacevole inno alla Nazionale dal titolo “Vedi
Lei Solo Lei Sempre Lei”.
La maturità dei Bankrobber continua a crescere, la prova più
evidente è la realizzazione di questo bel disco che spero apra
le porte giuste alla band, che merita maggiori attenzioni. GB
Altre recensioni: Indifferente; Rob
the Wave; The Land of Tales
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