BEARDFISH risponde Rikard Sjöblom (versione
inglese)
di Massimo Salari e Giancarlo Bolther
Avete iniziato nel 2001 e avete già inciso quattro
album, puoi riassumerci la vostra storia?
All’inizio eravamo io (Rikard Sjöblom: vocals, guitars,
keyboards), il chitarrista David Zackrisson, il batterista Petter
Diamant e il bassista Gabriel Olsson. Nel 2002 Petter uscì
dalla band e si unì a noi il batterista Magnus Östgren
che portò con sé il bassista Robert Hansen, che ha iniziato
a suonare con noi nel 2003, dopo che avevamo saccheggiato Gabriel.
Abbiamo avuto in formazione anche un tastierista, Stefan Aronsson,
che ha partecipato alle registrazioni di “Från en plats
du ej kan se…”, ma uscì dal gruppo subito dopo
aver registrato l’album. Quindi l’attuale formazione è
insieme dalla fine del 2003 e ha superato la prova del tempo! Insieme
abbiamo registrato quattro albums.
Ho tutti i vostri dischi e ho constatato che disco dopo disco
c’è stata una buona crescita artistica, qual è
stato il segreto di questa crescita?
Fondamentalmente è stato l’aver suonato molto
insieme, quando abbiamo registrato “The Same Day” eravamo
abituati a fare delle mostruose sessioni di prove che potevano durare
anche otto, nove ore. Questa è stata la chiave.
Di cosa parlano i testi di “Sleeping In Traffic:Part
Two”?
Sono lasciati alla libera interpretazione dell’ascoltatore,
che può trovarci quello che vuole. In alcuni casi si riferiscono
a cose personali, mentre in altri sono inventati, ma non credo di
dover spiegare alle persone quali sono quelli personali e quali non
lo sono.
Il brano “Into the Night” è un ottimo esempio
di prog svedese moderno, ha spunti di the Flower Kings, Landberk,
Magic Pie, ma anche Genesis, Gentle Giant, Spock’s Beard e King
Crimson, un compendio del miglior prog moderno, quali sono le vostre
principali influenze?
Ci piacciono tutti i generi di musica, di sicuro ci piacciono
tutti i vecchi gruppi prog come King Crimson, Genesis, Gentle Giant,
Zappa, Camel, ma non abbiamo mai cercato di avere un sound datato.
Per quanto riguarda the Flower Kings, Landberk e Magic Pie devo dire
che non abbiamo ascoltato tutta la loro produzione. Ho ascoltato invece
i Morte Macabre, il side project di Reine Fiske (Landberk) e Stefan
Dimle (Paatos) ed altri, che hanno fatto un album veramente bello
(Symphonic Holocaust).
Ho l’impressione che i Gentle Giant oggi siano un po’
sottostimati, cosa pensi di questa band?
Sottostimati? Voglio sapere chi ha detto qualcosa di negativo
su di loro, così posso pestarlo! (risate) Seriamente, io amo
i Gentle Giant.
“The Hunter” mostra la vostra sensibilità
melodica, un brano molto seventies, cosa vi piace di più di
quel periodo?
Generalemente tutto… le cose migliori di Zappa sono
di quel periodo, proprio l’altro giorno stavo ascoltando qualcosa
di Mama Cass, molto cool. Poi mi piacciono le cose fatte dai King
Crimson fra il ’73 e il ’75, assolutamente fantastici.
In definitiva credo che la migliore musica Pop e Rock sia stata creata
nel periodo che va dal 1965 al ’75, quando la media delle cose
buone superava la media di quelle cattive!
Vi è capitato qualche cosa di strano durante le registrazioni
di Sleeping in Traffic: Part.2?
Niente che non abbiamo pianificato o di cui non fossimo consapevoli.
Aspetta però, c’è stata una volta che un tipo
da cui avevamo preso in prestito l’attrezzatura per registrare
ci sorprese con queste strane chitarre synth che aveva portato con
se, alla fine le abbiamo usate in molti pezzi del disco.
Secondo te quali sono le principali differenze fra “Sleeping
In Traffic: Part 1” e il capitolo nuovo?
La prima parte non è così coesa come la seconda,
le registrazioni sono durate per un periodo molto lungo (un brano
ora, un altro dopo, sai come funziona…), questo a fatti si che
uscisse un buon disco, un po’ come un album di best of. Ma la
parte due è più album rispetto al primo, almeno questo
è il mio parere.
Nelle linee di basso di “Into the Night” mi sembra
di sentire qualcosa del brano “Too Old To Rock’n Roll
To Young To Die” dei Jethro Tull, ho ragione?
Non ho ascoltato molto di quel disco, ma un tipo che conosco
ha detto la stessa cosa, quindi devo andare ad ascoltarlo. Ok, c’è
una linea di basso che ne ricorda una dei Jethro Tull, ma è
solo una coincidenza. Probabilmente grandi menti pensano allo stesso
modo (risate).
Cosa deve avere oggi un disco di musica prog per catturare
l’attenzione dei media?
Onestamente non ne ho idea…
In effetti, ascoltando “Sleeping… Part.2”
l’ho trovato molto coeso, senza momenti di stanca, sempre capace
di attirare l’interesse… come procedete alla composizione?
Di solito io scrivo i pezzi, anche se in questo album Robert
Hansen ha scritto delle parti di “Into the Night”, poi
iniziamo a provarli e ad arrangiarli, è così che nascono
i nostri brani.
Negli ultimi quindici anni la miglior musica prog è
uscita dal vostro paese, c’è un motivo particolare secondo
te?
Forse le etichette hanno cercato meglio nel paese da cui
venivano gli Änglagård? Probabilmente si è trattato
di una coincidenza, magari è successo come a Seattle per il
grunge.
Guardando indietro c’è qualcosa che vorreste
cambiare, se fosse possibile?
Parlando degli album no, sono molto soddisfatto di come sono
venuti.
Cosa significa il nome del gruppo?
C’è un pesce che vive nei fondali marini che
si chiama Beardfish. Ma non ne sappiamo molto, per noi era un nome
come un altro, non ha niente a che vedere ne con gli Spock’s
Beard, ne con Fish o con i Phish.
Quali sviluppi potrà avere il vostro sound nel prossimo
futuro, state cercando qualcosa in particolare o prendete quello che
viene al momento?
Cerchiamo più di prendere quello che viene al momento
e questo approccio per noi ha sempre funzionato. Salta sempre fuori
qualcosa di nuovo, in questa occasione sono state le chitarre synth
che hanno portato dei suoni speziati ai brani con nuovi sapori, poi
ci sono state più parti acustiche come il piano in “As
the Sun Sets” e “Sunrise Again”, ma anche in “Into
the Night”.
C’è un brano che preferite fra tutti quelli che
avete composto, perché?
Penso sia “Into the Night”, che è un po’
la favorita di tutti, è molto divertente da suonare. In realtà
mi piacciono tutte le nostre canzoni, ma alcune funzionano meglio
dal vivo di altre. Anche “Sleeping in Traffic” occupa
una parte speciale, perché è uno dei brani più
vecchi e più originali che abbiamo composto.
E uno che non vi piace?
No, nessuno!
Se dovessi scegliere un colore per descrivere la vostra musica?
Rosso.
Avete in programma un live album nel prossimo futuro?
Si, ci piacerebbe, ma non abbiamo ancora pianificato niente.
So che state per venire in Italia con i vostri compagni di
etichetta Ritual e Tangent, sarà un evento molto speciale,
come vi state preparando?
Stiamo provando e cercando di coordinare tutti gli aspetti
legati alla strumentazione e al trasporto verso Amburgo, dove il tour
avrà inizio. Partiremo domani notte e sono molto eccitato all’idea.
Conosci dei gruppi italiani?
Non molto, a parte forse Fabio Frizzi, il compositore di
colonne sonore per film horror, non è italiano? Ha composto
della grande musica! Anche i The Watch, giusto? Eros Ramazzotti? (risate)
Ma anche la Premiata Forneria Marconi...
Sei libero di chiudere con un saluto od un messaggio...
Saluto di cuore tutti voi!
Rikard Sjöblom of Beardfish
Recensioni: Sleeping in Traffic: Part One;
Sleeping in Traffic: Part Two; Destined
Solitaire; The Void
Live Reportage
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