La
ripresa del Rock Progressivo negli anni ’90, deve molto ai paesi
del nord Europa, tipo Svezia, Norvegia, Finlandia, nelle quali terre
sono fiorite band come i Landberk, Anekdoten, Anglagard, The Flower
Kings e moltissimi altri. Queste hanno saputo cogliere in particolare
la sperimentazione e le articolazioni di King Crimson e VDGG, sposandole
con il classico Progressive Sinfonico stile Genesis di Peter Gabriel.
Nei primi anni del 2000, l’America ci mette del proprio ed arrivano
artisti del calibro di Echolyn e Spock’s Beard su tutti. Questi
ultimi legano Hard Rock con Beatles, Gentle Giant, Genesis, Pink Floyd
e Jethro Tull. I Beardfish si inseriscono a pieno titolo in questo
movimento, sono un quartetto svedese molto giovane, ma che ha gia
realizzato dischi interessantissimi sin dal 2003. Io li ho seguiti
da subito, in quanto ho colto in loro la genialità di saper
ben miscelare diverse situazioni sonore, tratte sempre da variegati
stili musicali. Immaginatevi di fondere i The Flower Kings con i Spock’s
Beard e se avete compreso il lungo preambolo, già vi siete
fatti una certa idea.
Nei primi dischi mi hanno dunque sorpreso e di molto, anche l’ultimo
“Sleeping In Traffic: Part Two” del 2008 ha buoni spunti,
avvicinandosi un poco verso un genere più fruibile e commerciale.
Non nascondo la mia curiosità e gioia di poterli riascoltare
a così breve distanza di tempo, in questa nuova fatica da studio.
Il cd è lunghissimo, circa settantasei minuti, suddivisi in
nove tracce. La produzione sonora è buona ed “Awaken
The Sleeping” apre trionfalmente il viaggio con un ritornello
gaio e colorato, proprio in stile Flower Kings. Ma so bene che i ragazzi
hanno personalità e classe, per cui mi attendo gia da questa
suite del carattere e molti cambi di tempo. Infatti non resto deluso,
piccole schegge Jazz che si lasciano sfumare verso un suono più
psichedelico aggrediscono l’ascolto e poi un Hard Prog molto
intelligente prende di tanto in tanto le redini del gioco, fino a
sfociare addirittura nel growling vocale di Rikard Sjoblom! “Until
You Comply, Including Entropy” è la suite successiva
ed anche in questo caso i Beardfish si divertono a giocare sulle ritmiche
spezzate, controtempi e chi più ne ha più ne metta.
Magnus Ostgren alla batteria e Robert Hansen al basso, si intendono
alla perfezione. Andiamo in territori più canzonistici con
“In Real Life There Is No Algebra”, divertente ed allegra
in maniera contagiosa. Il cantato alla Gentle Giant si presenta spesso
e volentieri, addirittura facendo il verso a certe cose di Frank Zappa.
I Beardfish vogliono dire molte cose, rischiando forse a volte di
fare molta confusione, ma non posso negare il loro coraggio compositivo.
Tutto questo si rispecchia in “Where The Rain Comes In”,
spesso debitrice agli Spock’s Beard, oppure nei nove minuti
di “Coup De Grace”, dove fa la comparsa perfino una fisarmonica.
“Abigails Questions (In An Infinite Universe)” torna a
frequentare il Jazz e Zappa, soffermandosi ancora una volta sugli
anni ’70. Chiudono i dieci minuti di “The Stuff That Dreams
Are Made Of” e qui fanno capolino i Pink Floyd.
Concludendo, qui per gli amanti del Prog c’è davvero
di tutto! Io resto soddisfatto dell’ascolto, anche se consiglio
vivamente ai ragazzi di tirare fuori la personalità, magari
diventando più concisi. Avete tanta farina del vostro sacco,
adoperatela. MS
Altre recensioni: Sleeping in Traffic: Part
One; Sleeping in Traffic: Part Two;
The Void
Intervista: 2008
Live Reportage
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