Rock Impressions

Beardfish - Sleeping In Traffic: Part Two BEARDFISH - Sleeping In Traffic: Part Two
Inside Out
Distribuzione italiana: Audioglobe
Genere: Prog
Support: CD - 2008

Fra le uscite dello scorso anno che mi hanno colpito di più ci sono stati sicuramente questi Beardfish col primo capitolo di questa bizzarra saga, ho così scoperto che la Svezia non ha ancora finito di stupirci con i suoi gruppi, annoverati sempre fra le realtà più interessanti in vari generi musicali. Del resto anche i primi album del gruppo si erano fatti notare negli ambienti degli appassionati di prog, nonostante fossero poco distribuiti. Ma veniamo al disco che è lungo e molto ricco, quindi merita di essere approfondito.

Dopo un breve intro dal sapore elettronico ecco che parte la frizzante “Into the Night”, caratterizzata da linee vocali splendide, che ricordano i fasti del passato, nel senso che sono composte con quel gusto ricco e fantasioso di un tempo, vagamente Yes, con qualcosa anche di Elton John, mentre le strutture musicali sono complesse e intricate, le tastiere sono pompose e neo classiche, il resto è decisamente rock, il risultato dell’insieme del tutto risulta intrigante e appagante. Poi verso il finale il brano cambia repentinamente atmosfere e situazioni, ricordando perfino qualcosa dei Gong e dei Gentle Giant. Ma i rifermenti vanno presi solo come traccia, perché i Beardfish dimostrano di avere personalità da vendere. Se il primo disco proponeva la giornata della vita del personaggio preso a riferimento della storia racchiusa nell’album, questo secondo capitolo (che dovrebbe concludere la storia) racconta la parte notturna, ecco allora la musica farsi più misteriosa e crepuscolare, con il basso in grande spolvero. “The Hunter” è una grande rock song, pervasa di tensioni progressive e ricca di parti soliste, ma con un impianto apparentemente semplice, in realtà è piena di sfumature, spettacolari in particolare le parti di hammond, ma ancora il basso si fa notare. “South of the Border” chiama in causa le visioni di Zappa, inerite in un contesto hard prog molto divertente, che verso il finale assume dei connotati teatrali molto spiccati. Teatrale e circense è anche la stralunata “Cashflow”, con ancora echi dei Gong. “The Downward Spiral / Chimay” è un prog più classico, ma ci sono sempre dei lampi di genio. La title track è una suite di ben oltre mezz’ora, impossibile da descrivere questo brano epico e pieno zeppo di suggestioni, una super abbuffata di tutto quello che ogni buon fan del prog può desiderare e i nostri sono così fuori di testa che ad un certo punto fanno persino il verso a “Staying Alive”, proprio quella dei Bee Gees e di un certo John Travolta… scherzi progressivi! Il finale del pezzo poi è da panico. Chiude un brano breve, che ha il sapore delle musiche giapponesi tradizionali, una piccola parentesi di poesia dopo gli eccessi dei brani precedenti.

Che dire di più? Una giovane ma già grande band con un nuovo grande album, dove il prog pulsa fresco e vitale e non dimostra minimamente i lunghi anni di vita alle spalle… e gli appassionati ringraziano. GB

Altre recensioni: Sleeping in Traffic: Part One; Destined Solitaire; The Void

Intervista: 2008

Live Reportage


Indietro alla sezione B

 

Ricerca personalizzata

| Home | Articoli | Interviste | Recensioni | News | Links | Chi siamo | Rock Not Roll | Live | FTC | MySpace | Born Again |