Vi avevamo indicato che i romani Belladonna erano un gruppo dal grande
potenziale, è stata solo questione di tempo, a dire il vero
neanche tanto, ed eccoli con un disco nuovo di zecca che viene già
considerato con grande attenzione dai media e dalle case discografiche
e che mostra che avevamo visto giusto, i Belladonna sono una band
che ha le carte in regola per andare lontano e questo The Noir Album
ne è la piena conferma.
Non servono tanti preamboli, i Belladonna parlano con la loro musica
oscura, sensuale e potente, un mix di hard rock viscerale e di atmosfere
gothic, che unisce tante suggestioni del passato, ma che sa guardare
anche al futuro, mi vengono in mente gli HIM col loro love metal,
qualcosa dei Placebo, su tutto i Led Zeppelin, ma solo per dare qualche
riferimento. Poi su tutto c’è la voce disperata e coinvolgente
di Luana, che ti trasporta in un vortice di emozioni pericoloso come
la trappola di un ragno.
Le chitarre acide che aprono il cd sono un manifesto di intenti, sono
un sigillo che si rompe e si apre uno scrigno di suoni e di emozioni
che traboccano, la voce di Luana ci investe subito con la sua grinta
che sa di disperazione e di voglia di amore, “Alchemical Romance”
è il modo migliore per iniziare l’ascolto di questo album
“nero”. “Love Me Till I Die” riassume tutto
quello che abbiamo detto prima, amore, forza e romanticismo dark si
mescolano in un caleidoscopio di sensazioni e i Belladonna dimostrano
tutto il loro carisma. Ottimi gli arrangiamenti e la registrazione,
il disco suona convincente e anche a volumi alti rende molto bene.
“Till Death Do Us Part” è sinceramente Zeppeliniana,
un riffing stoppato ad opera di Dani, con una sezione ritmica che
spinge come un treno. Poi ci sono le magie di “A Manhattan Tale”
a fare da contraltare. Nei testi troviamo riferimenti letterari che
rimandano alla letteratura romantica di fine ottocento, con Poe in
testa, temi che si sposano alla perfezione con il sound della band.
A proposito del nome, per chi non lo sapesse si riferisce ad una pianta
velenosa ed allucinogena, un nome inquietante, che si dimostra essere
un altro elemento molto azzeccato. Toccante la ballata “My Golden
Dawn”, con riferimenti a tematiche esoteriche che si possono
rintracciare celati nel testo, poi la voce di Luana in questo brano
brilla più che mai. Molto incisiva anche “Holy Flame”,
scorrono i brani ma la tensione del disco non cede di un millimetro,
grande songwriting davvero. Un’altra bella scarica di energia
arriva con “Lust Never Sleeps”, in fondo questa è
la dimensione del gruppo che preferisco, quando attaccano a spingere
non ci sono storie, sono un treno in corsa. La conclusiva “Pure
Belladonna” è quasi un manifesto del gruppo, una chiusura
in grande stile che consacra questo come uno dei dischi più
interessanti del panorama nostrano.
I Belladonna crescono e siamo solo all’inizio, io mi aspetto
grandi cose da questa band e sono sicuro che The Noir Album regalerà
al gruppo grandi soddisfazioni, non privatevi del piacere di incontrarli.
GB
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