Play Again è il secondo album per questa formazione parigina
nata nel 2001, sotto l’impulso del cantante e chitarrista Jérémie
Grima. Ascoltando questo gruppo non si può non riconoscere
fin da subito la forte influenza esercitata dai Pink Floyd su questi
musicisti, non si tratta di cloni, perché i BNP hanno un sound
molto moderno, con chitarre spesso taglienti e ritmiche che ricordano
anche certo prog svedese tipo Anglagard e Landberk, ma alcuni passaggi
portano il marchio di fabbrica del gruppo inglese.
Apre l’onirica “Introspection” e il gruppo appare
subito piuttosto originale, ma la produzione non è abbastanza
brillante da far emergere le buone idee che restano più nelle
intenzioni dei nostri. Ma la successiva “Tomorrow Birds Will
Sing” è il primo chiaro tributo ai Floyd e derivati.
Il disco resta sempre in bilico fra la spinta ad emulare i propri
eroi e essere originali ed ecco che arrivano brani come “The
Great Northern Hotel”, disperato e teatrale, che fa pensare
anche a certi Genesis e affascina con le sue tinte intense e ossessive.
Poi ci sono anche episodi pretenziosi come “Room for Everyone”
che, nonostante si proponga di essere sperimentale, risulta piuttosto
soporifera. Per fortuna è seguita dall’ottima “Garden
of Delights”, molto dura, a metà fra la dark wave e il
metal. Un mix che denota molta creatività, ma anche idee ancora
acerbe.
In definitiva Play Again è un bel disco con molti spunti interessanti,
ma che vanno capitalizzati e il gruppo deve cercare di svilupparli
per risultare più originale e fresco, le premesse ci sono e
sono convinto che col tempo arriveranno anche ottimi risultati. Teniamoli
d’occhio. GB
Altre recensioni: Ghosts
& Memories; Divided We Fall
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