E cinque in cinque anni! Un traguardo non comune per una band di prog
svedese, soprattutto se si tiene conto che questo gruppo ha sempre
fatto un disco più bello del precedente, il terzetto di Stoccolma
si è distinto per aver scelto un sound molto personale, che
non si rifà a cliché o modelli, ma che si esprime con
grande libertà espressiva. Proprio questo mood positivo ha
ispirato al gruppo il titolo dell’album, la band è consapevole
delle proprie potenzialità e lo ha dichiarato con giusto orgoglio
nelle note del cd, quindi ci accingiamo ad approfondire l’ascolto
di questo nuovo cd con grande curiosità, quali altre magie
sonike hanno preparato per noi?
L’inizio è subito pieno di energia positiva, un bel riff
di chitarra originale costruito su un lavoro di batteria piuttosto
complesso e delle incursioni atmosferiche di basso apparentemente
semplici creano un territorio pieno di pathos e di energia, “Juggernaut
Now” conferma tutto quello che abbiamo detto in apertura. “Chrysalis”
è meno immediata, ma ha delle linee melodiche molto riuscite
con sonorità decisamente insolite e originali. Sempre molto
frenetica è ancora “Ultramarathon”, che sembra
voler approfondire le intuizioni dei brani precedenti. “Seabound”
segna invece una svolta decisa sul versante melodico del gruppo, è
un lento molto poetico e intenso, le melodie sono ariose e solari,
calde come una bella giornata, il brano si perde un po’ verso
il finale un po’ ripetitivo. “Istinct” è
tormentata, con belle linee di basso, le ritmiche incalzanti della
batteria contrastano col cantato sognante e un chitarrismo liquido
e delle keys sinfoniche. Prog post moderno anche in “Echoes
of Madness”, gli ingredienti sono gli stessi dei brani precedenti,
ma questo pezzo è più riuscito. Ancora grande poesia
nella prima parte della triste “The Art of Letting Go”,
poi il brano diventa nervoso, quasi alla Van Der Graaf Generator,
ma è molto moderno. Un delicato arpeggio di chitarra apre la
title track, il brano più breve dell’album, ma anche
uno dei più intensi, che rimane in questa chiave semi acustica
con sola chitarra e basso.
I Brother Ape sono un gruppo sempre più significativo, hanno
una buona esuberanza e un’ottima vena creativa, che nel prog
è sempre più importante, perché in circolo ci
sono troppi artisti nostalgici, mentre servono quelli che si sforzano
di guardare al futuro del genere e i Brother Ape in questo sono in
prima linea. GB
Altre recensioni: Shangri-La; III;
Turbolence; Force
Majeure
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