La Andromeda Relics è una piccola etichetta che realizza poche
e mirate uscite. Gemme di grande valore, opera di gruppi italiani
che per vari motivi non hanno visto la luce come per il secondo album
degli oscuri Black Hole, oppure CD realizzati apposta per questa serie
come il formidabile "Master of All Times" del re del dark:
Mr Paul Chain.
La presente uscita riguarda un power trio dedito all'hard blues, genere
molto in voga nei primi anni settanta e che ha ospitato artisti del
calibro di Cream, Mountain, Jeff Beck, Free, Bad Company e, ovviamente,
Led Zeppelin, per fare solo qualche nome. Anche il nome del gruppo
non è casuale perché trae ispirazione da "Bullfrog
Blues", un tradizionale americano rifatto dall'indimenticabile
Rory Gallagher e dai Canned Heat, la quinta essenza del Hard Blues.
Se questo album fosse uscito negli anni settanta sarebbe certamente
diventato un mega classico del genere.
Il gruppo è attivo da sette anni, ma è al disco di debutto,
realizzato dopo aver sviluppato un sound compatto e personale, che
esplora molti stili diversi come nella Hendrixiana "Mother and
Father" dove dimostrano di usare con intelligenza il Wah-Wah,
oppure col boogie di "Hallelujah" rimandano ai Bad Co e
a certo southern. Lo stile stoppato e irresistibile del dirigibile
è esaltato nel brano che da il titolo al disco ed è
impossibile non provare un indescrivibile fremito di nostalgia. "Sail
on, Sail Away" è una fedele cover degli sfortunati Moxy,
band canadese di grande spessore, la song parte come una ballata acustica
e malinconica, ma poi alterna riffs elettrici a quelli acustici. Altro
torrido Hard boogie in "Bed Lovers" che fa il verso ai monolitici
ZZ Top.
Ascoltando questo disco ci sembra di assaporare un trattato di storia
dell'Hard Rock, non è roba solo per nostalgici, ma è
per chi ama una certa attitudine musicale un modo di suonare che viene
dritto dal cuore. Chiunque ama l'Hard Rock non resterà deluso!
GB
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