Il Progressive Rock Italiano si sta basando su nomi oramai importanti,
ci sono artisti che con il duro lavoro e la perseveranza, hanno dato
uno stile ben riconoscibile al nostrano genere d’avanguardia.
Alfio Costa lo troviamo alle tastiere in numerosi progetti, Prowlers,
Tilion, Colossus Project, ha collaborato con Malaavia, Ars Nova, The
Samurai Of Prog solo per fare alcuni nomi e con Davide Guidoni alle
percussioni (oltre che ottimo grafico) ha creato questo fortunato
progetto dal nome Daal. “Dances Of The Drastic Navels”
è la quinta realizzazione da studio dopo il successo di “Dodecahedron”
del 2012. L’album è composto da cinque tracce ed è
edito in una confezione cartonata come sempre curata da Davide Guidoni.
I suoni registrati sono contaminati da aloni di oscurità per
le atmosfere, sempre intriganti e sorprendenti.
Le composizioni prendono vita in una casa isolata e buia nei pressi
di un bosco, la casa di Mr. Sandro, questa è l’ideale
per la concentrazione tanto che Costa in due giornate riesce a comporre
le cinque canzoni.
Nel disco si avvalgono del supporto di amici come Ettore Salati alle
chitarre, noto in ambito Prog in quanto presente in numerosissimi
progetti al riguardo (The Watch, Alex Carpani, Archangel, The Redzen,
Soulengine etc. etc.), Bobo Aiolfi basso anche con i Prowlers, Letizia
Riccardi al violino, Tirill Monh voce in “Inside Out”
e Guglielmo Mariotti(voce).
Il titolo del primo brano “Malleus Maleficarum” lascia
già presagire l’ascolto a cui si va incontro. Le musiche
sono composte da Costa, ma qui una mano importante la da Guidoni nell’intro
e le sonorità si fanno grevi in stile Goblin o Antonius Rex.
Notevole la parte centrale del brano, quando le atmosfere si placano
per una Psichedelia a tratti di Pinkfloydiana memoria.
“Elektra (An Evening With…)” è una variante
elettronica e strumentale, impreziosita dalle percussioni di Guidoni.
Il pezzo comunque Rock, è dedicato ad un loro amico scomparso
in una tragica notte.
“Lilith” è una sorta di ninna nanna ispirata da
un disegno trovato inciso in un albero presso la suddetta casa dell’amico
Sandro. Ipnotico ed ammaliante, basa molta enfasi sulle note sgocciolate
dal piano di Costa. Composizione emozionante e profonda come pochi
sanno concepire.
Con la title track “The Dance Of The Drastic Navels” ritroviamo
i classici Daal, quelli che hanno saputo colpire l’attenzione
dell’ascoltatore progressivo sin dal 2009. I pochi testi che
si ascoltano nel lavoro sono comunque il proseguo dell’argomento
dei primi album, si narra della storia di un uomo del futuro che si
innamora di una strega metà donna e per metà robot,
dove riesce a far diventare l’individuo un proprio giocattolo.
Il brano gode di atmosfere nordiche, molto vicine al Prog svedese
e a certi King Crimson, queste date dall’oscurità dei
passaggi, soprattutto caratterizzati dal suono mellotron. A metà
ascolto subentra l’elettronica, carta molto spesso vincente
dei Daal.
Il disco si chiude con “Inside You”, in origine destinata
a diventare la conclusione della suite appena ascoltata, invece lasciata
definitivamente godere di vita propria. La canzone (perché
di questo si tratta) è cantata dalla bella voce della norvegese
Tirill Mohn ed è esaltata dal nostalgico violino di Letizia
Riccardi. Il pezzo da solo vale il prezzo del cd, come si dice spesso
in questi casi, degno suggello del lavoro.
I Daal fanno ciò che sentono, non badano a stili o mode, mutano
pur sempre reggendo il sound su di una personalità che il buon
80% delle band mondiali di Prog Rock si sognano! Qui c’è
da ascoltare, “Dances Of The Drastic Navels” è
un viaggio da fare senza freni inibitori, senza paura, basta lasciarsi
andare per scoprire nelle oscurità dei raggi di sole che sembrano
indicare una nuova strada. Io come sempre, in casi come questi non
giudico ma ascolto e cerco di lasciarmi trasportare, perché
questa musica esula dalla banalità, non va ascoltata assolutamente
in macchina o comunque sia distrattamente, ma va goduta a pieno, in
tutte le sue sfumature. Daal, oramai un nome ed una garanzia. MS
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Dodecahedron
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