Dieci
anni di vita non sono pochi per un festival, soprattutto nel mondo
della musica, dove tutto viene consumato troppo in fretta. Ma la cosa
è ancora più significativa se il festival è dedicato
alla musica cristiana, un mondo un po’ strano e particolare,
che viaggia con regole tutte sue e che vive ai margini del grande
business musicale, ma che spesso dimostra di avere ugualmente ottime
potenzialità anche commerciali, quasi sempre sottovalutate.
Ma soprattutto la cosa triste è che nella maggior parte dei
casi sono proprio ambienti di estrazione “cristiana” (le
virgolette sono volute) ad ostacolare con più tenacia questo
tipo di manifestazioni. Purtroppo sono ancora molte le persone che
associano la musica, in particolare quella rock, ad un’azione
di perversione dei cuori dei giovani operata dal maligno, cosa che
al giorno d’oggi suona abbastanza ridicola, infatti è
confutabile sia dai fatti che dalla ricerca scientifica, ma che in
certi ambienti fa ancora molta fatica a morire. A questo proposito
vorrei offrire due semplici riflessioni, la prima è che il
rock non può essere stato creato dal diavolo, perché
solo Dio è creatore, il diavolo usa le cose, ma non le crea,
quindi il rock non è una sua “creatura”; la seconda
è che tutto può concorrere al bene, anche una canzone,
ho conosciuto persone che si sono convertite meditando le parole di
alcune canzoni. Mi fermo qui anche se ci sarebbero mille altre riflessioni
che si potrebbero approfondire, piuttosto invito chi fosse interessato
a questo tema a leggere l’articolo sul festival biblico di Vicenza
di quest’anno, che si è concluso col concerto dei secolari
PFM.
Questo evento musicale è stato organizzato dallo staff di Radio
Kolbe, un’emittente impegnata cristianamente, che da anni propone
(tra le altre cose) un nuovo modo di fare musica. Contribuisce attivamente
all’organizzazione il rocker cristiano Roberto Bignoli, che
se ho capito bene è proprio l’ideatore della manifestazione,
ma di lui parlerò più avanti.
La serata si è aperta con la visione di un filmato celebrativo
dei dieci anni di vita del festival, un lungo cammino che ha visto
alternarsi sul palco artisti provenienti da tutto il mondo, anche
se in questa edizione c’erano solo artisti nazionali. È
bello vedere nel filmato come le tappe di questo cammino si sono fatte
storia e credo che questa sia una testimonianza molto forte di come
la fede possa essere trasmessa con la musica. Concluso il filmato,
i primi a salire sul palco sono stati i Nuova Civiltà,
che avendo riarrangiato l’inno di Radio Kolbe “Il Mondo
Canta Maria”, hanno avuto l’onore di aprire le danze con
la loro energia. La band, che sta attraversando un momento di particolare
grazia artistica, ha dimostrato ancora una volta di avere delle ottime
doti e le canzoni proposte dal vivo, estrapolate dal loro nuovo album
Occorre Coraggio, hanno davvero un buon tiro. La band è stata
anche un po’ il fulcro della manifestazione perché oltre
a presentare il proprio repertorio, hanno anche accompagnato altri
due artisti che si sono esibiti dopo di loro.
La cantautrice bergamasca Tiziana Manenti, che ha
appena realizzato il nuovo album Azzurra, è stata la seconda
artista ad esibirsi. Tiziana è una cantante che dimostra una
grande forza, mascherata dietro uno stile dolce e delicato, e testimonia
una fede sincera e consapevole, si sente che conosce molto bene le
tecniche di canto e che è una vera professionista, anche se
ha scelto dei palchi che potrebbero non darle quella notorietà
a cui potrebbe aspirare se si fosse voluta inserire in altri circuiti,
quindi la sua testimonianza è ancora più bella. In un
brano la Manenti è stata accompagnata dai Nuova Civiltà
e devo dire che mi è piaciuta molto di più con un gruppo
alle spalle (gli altri brani li ha proposti con l’ausilio di
basi registrate), perché in questo contesto è riuscita
a convogliare una maggiore carica vitale nella sua musica.
A seguire è salito sul palco don Carlo Cavallin,
un parroco padovano con una grande passione per la musica. Don Cavallin
ha proposto due brani da solo e due in coppia con una ragazza. Devo
dire che la sua è l’esibizione che mi ha convinto di
meno, belle le armonie vocali dei brani cantati a due, ma quelli dove
si esibiva da solo erano un po’ troppo “espliciti”,
se posso usare questo termine, cosa che va benissimo se ci si rivolge
ad ambienti compiacenti, ma che ovviamente non è adatta ad
un pubblico più eterogeneo, che potrebbe storcere il naso di
fronte a certi argomenti “troppo di parte”. C’è
comunque da dire che don Carlo non era in perfetta forma fisica e
questo ha sicuramente inciso sulla sua performance.
Infine l’ultimo a salire sul palco è stato Roberto
Bignoli in compagnia ancora una volta dei Nuova Civiltà,
a conferma di un sodalizio fra il cantautore e il gruppo emiliano,
che negli ultimi anni si è fatto sempre più vitale.
Roberto, una specie di Ligabue del rock cristiano, ha un aspetto fragile,
ma sul palco scatena un’energia dirompente, il suo rock è
diretto e incisivo e non a caso ha riscosso importanti riconoscimenti
anche all’estero, ma in fondo anche lui, come gli altri, sale
sul palco prima di tutto per cantare la propria fede e per mostrare
che c’è un modo gioioso e pieno di vita per viverla.
La fede non è un limite, non impedisce a nessuno di esprimersi
con le proprie capacità, anzi, la fede vissuta con coerenza
e coraggio porta le persone a dare il meglio di se stesse e a superare
tutti i limiti e ognuno di questi artisti lo ha dimostrato in modo
splendido e il pubblico ha capito ed apprezzato.
Quante cose vorrei ancora dire, ma spero almeno di aver ricordato
quelle più importanti. Il Mondo Canta Maria è anche
un tour che quest’estate girerà l’Italia, e probabilmente
anche quache paese straniero, per cui se avrete la possibilità
cercate di andarci e potrete vedere che la fede non mortifica le persone,
ma le fa vivere.
Recensioni dei Nuova Civiltà: Uno
Nessuno Centomila; Dietro L'Angolo;
Io Vivo in Noi;
Occorre Coraggio
Recensioni di Tiziana Manenti: Azzurra
Giancarlo Bolther
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