Ho provato una certa sorpresa nel trovare questo cd fra le uscite
di questa fine anno, del resto il gruppo di Ian Anderson fin dagli
inizi ha giocato con temi legati al religioso (vedi Aqualung), ma
spesso più in senso critico, anche se le critiche erano per
lo più rivolte alle istituzioni religiose che non alla religisità.
Non a caso Ian all'inizio del booklet propone un sermone dove spiega
le ragioni del presente album e propone alcune riflessioni sul consumistico
Natale "occidentale", che per alcuni altro non è
che il paganissimo solstizio d'Inverno, nonostante questo esprime
anche una certa malinconica nostalgia per il periodo in cui le persone
tornano a cercarsi e si riavvicinano.
La scaletta pertanto non prevede le solite "Jingle Bells"
e "Silent Night", ma raccoglie brani vecchi (riarrangiati)
e nuovi con l'aggiunta di qualche tradizionale meno convenzionale
del solito, scelta che a me è piaciuta molto perché
aumenta l'interesse per un disco che avrebbe potuto essere terribilmente
ovvio. La musica ha una forte connotazione folk acustica e si rifà
al periodo di Song From the Wood da cui vengono riprese "Fires
at Midnight" e la festosa "Ring Out Solstice Bells. I brani
sono sedici per oltre un'ora di musica molto piacevole nel classico
stile del gruppo.
Il flauto di Anderson non ha certo perso smalto ed è sempre
un piacere poterlo ascoltare, mentre il resto dei musicisti che lo
accompagna e composto da veterani, ospiti e qualche giovane leva.
Il Natale si avvicina e questo disco può essere un ottimo acquisto
per ascoltare musica in tema senza scadere nello smelenso revival
fatto di (finti) buoni sentimenti. GB
Altre recensioni: Living With the Past;
Nothing is Easy; Heavy
Horses
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