Sono
passati un paio d'anni dalla pubblicazione della seconda fatica Mysticae
Visiones ed ecco tornare sul mercato questo sorprendente gruppo spagnolo,
una band piuttosto unica ed originale che propone un prog neoclassico
di pregevole fattura. Sperimentazioni jazz si fondono con la musica
classica e il rock per un sound pieno di invenzioni.
A dire il vero ci vuole un coraggio enorme per proporre musica come
questa, con la triste consapevolezza che nessuno farà mai dei
soldi con questo genere. Il tastierista Carlos Plaza è sempre
il factotum del gruppo e anche la line up è quasi la stessa,
manca il violoncellista e si è aggiunto un cantante maschile.
L'album è idealmente diviso in due parti, la prima si compone
di nove brani piuttosto vari, mentre la seconda parte è composta
dalla "Children Suite", dodici minuti di magie al solo pianoforte.
Il brano di apertura "Hades" propone subito una struttura
jazz su cui imperversa la chitarra graffiante, quasi Blackmoriana,
di Cesar Garcia e subito si impone la personalità di questi
musicisti. "Legal Identity" gioca con ritmi tribali e atmosfere
claustrofobiche di buona efficacia, sempre con interessanti partiture
jazz. L'acustica "El Quimerista I" per sola chitarra si
rifà, invece, alla tradizione gitana della spagna, un brano
tutt'altro che scontato. In "Memory" troviamo al posto del
cantato delle parti recitate, che francamente non mi hanno preso più
di tanto, la voce è piuttosto monocorde, la musica invece possiede
un'aura spettrale fascinosa e perdutamente romantica. La lunga "Fuego"
è una piece molto complessa che alterna cavalcate a parti atmosferiche
dominate dalle tastiere, per la verità il risultato è
un po' prolisso. Per "El Quimerista II" Garcia imbraccia
la chitarra elettrica e viene accompagnato anche dal resto del gruppo.
Introspezione e malinconia sono le note toccate con "Mirrors".
La canzone omonima è molto onirica, con un cantato classico
e un andamento sinfonico di buona efficacia. Chiude "El Quimenista
III" con Garcia che esplora nuovi territori, elettrici, ma soffusi,
ricordando un po Howe.
I Kotebel sono una realtà molto interessante, sarebbe un vero
peccato se dovessero essere trascurati. GB
Altre recensioni: Mysticae Visiones; Omphalos;
Ouroboros
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