Prima
di esporre un giudizio al riguardo di questi meravigliosi artisti,
voglio che sappiate che io sono sempre stato un loro fan, sia del
periodo Fish che quello Hogarth e li ho seguiti in tutta la loro lunga
carriera, disquisendo ed approvando a seconda dei casi e delle loro
scelte musicali. Anche ultimamente mi sono sentito fuorviato dalle
loro uscite, “Marbles” l’ho amato molto, mentre
l’ultimo "Somewhere Else” del 2007 mi ha lasciato
l’amaro in bocca.
Questo “Happiness Is The Road” è un doppio cd ed
è il loro quindicesimo sigillo, escludendo ovviamente tutti
i live, raccolte etc etc. Curioso il fatto che la band mette a disposizione
questo lavoro prima su internet gratuitamente e poi nei negozi solo
in seguito. Il cd uno si intitola “Essence” e sin dal
titolo si intuisce che si va a parare in argomentazioni spirituali.
Accompagnati dalla musica enfatica, come loro sanno fare, si narra
di musica e vita, un legame indissolubile nello spirito dell’uomo.
Ma cominciamo a parlare anche delle noti dolenti. Non gradisco questo
appiattimento sonoro, non riesco a metabolizzare melodie fotocopia
prive di veri e propri picchi strumentali. Attenzione, è sempre
buona musica, ma i samples di Mark Kelly aumentano e le chitarre raramente
volano alte. Addirittura siamo più vicini all’Ambient
che al Prog. Certamente è lodevole il fatto che la band abbia
deciso di non cristallizzare il sound, giusto cercare di mutare, ma
francamente dopo numerosi ascolti, di tutto mi resta in mente solo
che poco. La musica scivola via come sabbia fra le dita. Hogarth è
sempre sublime interprete, delicato ed enfatico, però alla
lunga mi diventa soporifero.
Non vorrei marcare troppo la mano, sembra da parte mia una stroncatura
netta, ma così non vorrei che fosse, perché di brani
eccellenti ce ne sono, come ad esempio “This Train Is My Life”.
Godibilissima anche “Happiness Is The Road” a dimostrazione
che quando ci si mettono d’intento i Marillion hanno davvero
una classe insuperabile. Picchi di rabbia in “Half Empty Jam”,
in definitiva una prima parte fra alti e bassi.
Il secondo cd s’ intitola “The Hard Shoulder”ed
è leggermente più vicino a quanto fatto nel precedente
“Somewhere Else”. Anche qui alti e bassi, anonime “Thunder
Fly” ed “Half The World”, ma davvero belle “The
Man From The Placet Marzipan” e “Asylum Satellite”.
Per il resto normale amministrazione Marillioniana.
Non ritengo questo nuovo doppio cd un lavoro da gettare, assolutamente,
ma non nascondo neppure un velo di delusione per come sono state gestite
le cose. Credo che se “Happiness Is The Road “ fosse stato
un cd unico, forse avrei dato un giudizio superlativo. Comunque sia
i Marillion sono i Marillion e al mio cuor non si comanda….
Bravi… ma a ve lo dico a denti stretti. MS
Altre recensioni:
Script For a Jester's Tear;
Marbles
Intervista
Articolo
Live Reportages: 2004; 2007
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