Nolan dovrebbe essere un personaggio abbastanza noto ai nostri lettori,
per cui non vorrei perdere tempo in una presentazione in cui finirei
per ripetermi, voglio solo ricordare che è uno dei musicisti
più prolifici del panorama new prog, le band in cui ha suonato
e i suoi progetti paralleli sono davvero tanti: Pendragon, Arena,
Nolan & Wakeman, Stranger on a Train, ha poi partecipato ai dischi
di Arjen Lucassen e tanti altri, insomma un vero personaggio. Nella
sua carriera solista ha già affrontato dei concept album come
quello a nome Caamora, oppure quelli con Wakeman (Olivier figlio di
Rick) e in particolare questo nuovo sembra unire le intuizioni di
due album, She e The Hound of the Baskervilles, anche se in realtà
è proprio la naturale continuazione di She di cui ne ricalca
lo stile, mentre del disco condiviso con Wakeman ha preso il senso
di mistero. Si tratta di un’opera rock o se preferite di un
musical, a base di un robusto rock sinfonico a più voci e molto
pomposo, inoltre Alchemy è un opera dalle forti tinte dark,
come del resto si evince dall’artwork e dal titolo stesso.
Alla realizzazione hanno collaborato ben undici cantanti fra cui lo
stesso Clive, i più noti poi sono Tracy Hitchings, Damian Wilson,
Victoria Bolley e Paul Menel, mentre gli altri sono Agnieszka Swita,
David Clifford, Andy Sears, Paul Manzi, Chris Lewis, Noel Calcaterra.
Come musicisti invece troviamo sempre Nolan alle tastiere accompagnato
da Mark Westwood alle chitarre, Scott Higham alla batteria, Kylan
Amos al basso, Claudio Momberg al piano, Ian Stott ai fiati e Penny
Gee al violino.
L’opera è divisa in due cd, che musicalmente sono un
tutt’uno, si parte con l’intro inquietante “Prologue/Overture”,
il primo suono è uno sparo e poi arrivano le parole sinistre
“… professor your journey ends here…” e un
recitato inizia a raccontare la storia tessuna nell’opera, che
ha un’impostazione molto teatrale, sicuramente ne seguirà
un dvd come già è successo con She. “Deception”
è ancora molto recitata nella prima parte, segue una piece
epica e sempre molto misterica, che sfocia in un bel crescendo con
belle linee melodiche nel cantato. “One For the Noose”
continua a proporre partiture grandiose e molto pompose, che ben si
adatterebbero ad una esecuzione con orchestra sinfonica, pur mantenendo
l’impianto rock. I brani si susseguono senza perdere un momento
di enfasi, la musica trasmette entusiasmo, in realtà è
molto meno dark di come si potrebbe pensare dalle mie premesse, diciamo
che il senso di mistero è sempre molto presente, ma c’è
anche una musicalità sublime che accompagna tutti i brani e
viene da chiedersi come Nolan sia riuscito a comporre un’opera
come questa senza avere cali di ispirazione. Ci sono momenti veramente
esaltanti a cui è impossibile restare indifferenti, a meno
che proprio non piaccia il genere.
Il secondo cd non è da meno e mantiene sempre alta la tensione,
stilisticamente è la degna continuazione del primo, a completamento
di un’opera davvero sopra le righe, uno splendido musical di
cui spero di poter vedere presto la resa teatrale, perché se
ben strutturata si preannuncia molto spettacolare. Bellissima “Tide
of Wealth”, ma si prova lo stesso entusiasmo anche in “The
End Justifies the Means”, oppure che dire della delicatezza
poetica di “Sanctuary”? E sono ancora brividi come nella
romantica “Amelia Dies” e ancora con “Treachery”
fino al gran finale.
Si può chiudere affermando che Mr Clive ha fatto un altro centro!
GB
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