Rock Impressions

The Pineapple Thief - All the Wars The PINEAPPLE THIEF - All The Wars
Kscope
Distribuzione italiana: Audioglobe
Genere: Post Modern Prog
Support: CD - 2012


Tornano gli inglesi The Pineapple Thief con un nuovo album e confermano il sodalizio con la K-Scope, che è diventata una garanzia in fatto di prog innovativo e moderno, o se preferite “post” moderno. Sono passati due anni dal precedente Someone Here Is Missing, un disco davvero bello, come del resto anche il precedente lo era, confermando una crescita continua di questi artisti e quindi sono davvero curioso di mettere le orecchie su questo loro nuovo lavoro, per poterne misurare l’evoluzione.

Il disco si apre con la canzone “Burning Pieces” che alterna parti oniriche a roboanti giri di prog duro e claustrofobico, c’è tanta personalità, le soluzioni armoniche sono intriganti e personali, anche se in buona parte in linea con quanto il movimento sta producendo in questi ultimi tempi, però è un gran pezzo. “Warm Seas” è più psichedelica come impianto, ma presenta anche lei delle parti cariche di una energia dirompente, quasi delle esplosioni soniche. “Last Man Standing” ha delle melodie più orecchiabili, ma l’impianto del pezzo è piuttosto simile ai due precedenti, c’è sempre questa alternanza di parti morbide, oniriche, sognanti che si oppongono a cavalcate rette da un gran lavoro di basso e batteria e da una chitarra insistente, che sembra gridare con urgenza la sua voglia di risvegliare le coscienze sempre più assopite di oggi. “All the Wars” è un brano romantico e molto poetico, che si stacca dai precedenti che erano piuttosto nervosi e sofferti, chiude con un discreto crescendo. “Build a World” ci riporta ad atmosfere più roventi, geometrie ritmiche complesse fanno da tappeto ad un brano pulsante, che piace e convince, energia pura. “Give it Back” invece ricorda un po’ troppo gli ultimi Anathema e convince meno, ma abbiamo capito che i tPT si inseriscono a pieno titolo in questo filone musicale e possiamo perdonare questa vicinanza artistica. Discorso diverso per “Someone Pull Me Out”, che propone delle splendide melodie intimiste, in contrasto con le tensioni precedenti, è un brano giocato su tempi complessi che fanno da contrasto con melodie apparentemente semplici, bello. Sulla stessa onda emotiva è “One More Step Away”, che ha un andamento più regolare, volutamente ripetitivo, ma è breve. Chiude “Reaching Out”, uno dei momenti più riusciti del cd, che suggella un lavoro suggestivo con una pennellata di grande poesia fatta musica.

Questo disco conferma la bravura dei tPT (stesse iniziali del gruppo di Wilson, sarà un caso?), finalmente l’Inghilterra ha una nuova scena prog di ottima levatura, forse non così rumorosa come quella svedese, ma di qualità molto alta, nuovamente capace di dettare le regole per gli sviluppi futuri del movimento. GB

Altre recensioni: Tightly Untold; Someone Here is Missing; Magnolia;
Your Wilderness

Interviste: 2008

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