Rock Impressions

Porcupine Tree - The Incident PORCUPINE TREE - The Incident
Roadrunner
Distribuzione italiana: si
Genere: Prog Metal
Support: 2CD - 2009

Di questo quartetto inglese è stato detto davvero di tutto, che sono stati troppo dipendenti dai Pink Floyd, che non sono facili da classificare, che hanno copiato gli Opeth (questa poi è bella, Steven Wilson ha collaborato e prodotto gli Opeth! Anche loro hanno preso viceversa le sonorità PT) e moltissime altre cose. Tutto inizia a metà degli anni ’80 come un progetto one man band, Steven è il cardine e suona una Psichedelia di facile fruibilità. Si ritaglia subito una cospicua striscia di fans, tanto da trasformare questo progetto in una vera e propria band. Negli anni ’90 è il periodo Pinkfloydiano, per poi passare nel 2000 a quello marcatamente metallico ed a tratti oscuro (vedi “In Absentia”). Ma non voglio stare qui a fare la loro storia, in quanto la discografia è davvero ricca e abbiamo già fatto una retrospettiva. Per non parlare poi delle collaborazioni di Wilson in altri progetti, i più famosi sono No Man, Blackfield, Bass Communion e vari solisti. Il culmine artistico viene raggiunto, secondo chi scrive, da “Deadwing”, nell’ordine il loro terzultimo lavoro da studio. In esso l’equilibrio fra melodie, tensioni metal, ritornelli magnifici e buoni assolo di chitarra è semplicemente perfetto. Poi è la volta di “Fear Of A Blank Planet”, dove il suono si indurisce ulteriormente e la batteria di Harrison fa sembrare chi la suona un extraterrestre. Qualcosa però sembra stagnare in quell’album, anche se buono, non mancano comunque le canzoni ad ampio respiro e dal ritornello facile. Passano due anni e dopo un doppio da solista Steven ritorna a noi con quest’altro doppio lavoro dal titolo “The Incident”.

Nel primo cd, suddiviso in quattordici episodi, c’è il brano omonimo della durata complessiva di cinquantacinque minuti! Una megasuite per la gioia di tutti gli amanti del genere. Ecco, una suite, questo potrebbe indurre a pensare che i Porcupine Tree siano una band assolutamente Prog, ebbene non del tutto, ancora una volta ci sorprendono, distaccandosi ulteriormente da quei lavori che li hanno resi famosi, come “Signify” o “Stupid Dream”. La mutazione continua, spostandosi verso un suono più nervoso e distaccato. Non mancano gli spiragli di sole, sempre più rari. La storia narra di un episodio a lui accaduto che ha dell’incredibile e del surreale, una premonizione che l’artista ha durante la guida della macchina. Una voce dice di rallentare e di mancare “L’appuntamento”. Lui frena senza motivo, rallenta e poco dopo si ritrova avanti ad un incidente con molti cadaveri a terra.
La presenza delle anime viene avvertita anche nella macchina, presenze inquietanti che lo circondano e gli parlano. La musica è perfetto specchio di quanto descritto ora. Fredda e surreale.. Una suite che, come tutta la loro carriera, la si odia o la si ama. Meno incisivo e più terreno il cd due, con quattro brani per una durata di quasi trenta minuti. Francamente da questi quattro brani singoli mi attendevo di più. In questo “The Incident” mi mancano certe melodie, quelle che ho amato da morire specialmente in “Deadwing” e chi conosce la band mi ha capito.

Dunque un disco che per l’ennesima volta è una lama che divide, ma questo a Wilson non interessa, lui prosegue imperterrito per la sua strada, la mutazione prosegue, come sempre ha saputo fare e sicuramente ha ragione lui. Io amo artisti che si mettono sempre in gioco, per cui avanti così, anche se forse un momento di riposo è davvero consigliato, specie dopo l’ascolto del secondo supporto ottico. MS

Altre recensioni: Coma Divine
; Nil Recurring; Anesthetize; Recordings

Articoli: Discografia commentata

Sito Web
Per un assaggio:
http://www.myspace.com/porcupinetree


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