INTERVISTA
A RODRIGO E GABRIELA
di Giancarlo Bolther
Chi sono Rodrigo Y Gabriela e da dove vengono?
Rodrigo: Veniamo tutti e due da Mexico City e suonavamo in
un gruppo di trash metal. Circa otto anni fa c’è venuta
voglia di uscire dal Messico e di incominiciare a viaggiare in Europa,
ma con il nostro gruppo di allora questo non era possibile. Così
decidemmo di sciogliere il gruppo perché non c’erano
sbocchi per il trash metal e incominciammo a suonare in acustico in
tutti posti possibili, come le spiaggie ad esempio o per strada, il
nostro repertorio era composto da covers, bossa nova, standard jazz
e da tutto quello che ci veniva in mente. Raccolti un po’ di
soldi siamo venuti in Europa e abbiamo iniziato a viaggiare in vari
paesi per poi fermarci a Dublino.
Com’è possibile iniziare a suonare un pesante
heavy metal e poi diventare dei virtuosi di chitarra acustica?
Gabriela: È stato un lungo processo, perché
noi volevamo poter vivere di musica, la musica era tutto quello che
volevamo fare. La prima decisione in questo senso è stata quella
di sciogliere il gruppo, perché una band richiede molto tempo,
energie e soldi e, visto che non arrivavano dei risultati soddisfacenti,
abbiamo dovuto prendere la decisione di cercare altre strade. Così
abbiamo iniziato a suonare in acustico sulle spiaggie e abbiamo scoperto
che era veramente molto bello. Era facile coinvolgere le persone con
la musica e avevamo una grande libertà, potevamo suonare qualsiasi
cosa. In questo periodo abbiamo imparato veramente moltissimo ed è
stato davvero molto bello. Penso poi che le nostre origini latino
americane ci abbiamo portato in modo molto naturale a suonare la musica
che facciamo oggi.
Siete autodidatti?
Gabriela: Si, assolutamente, è stato un cammino durato
circa sei anni, quando suonavamo sulle spiaggie del Messico e per
le strade. La gente gradiva la nostra musica e continuava a chiederci
sempre di più, sempre di più (risate) e questo ci ha
fatto imparare tante cose nuove. Ci chiamavano anche per suonare e
in quei giorni tutto quello che abbiamo fatto era suonare, suonare,
suonare…
In effetti trovo che avete un modo molto istintivo di suonare,
assolutamente non scolastico…
Gabriela: Si. Assolutamente.
Rodrigo: Quando avevo diciassette anni ho iniziato
a suonare in una band di heavy metal, a quel tempo eravamo molto matti,
ho sempre cercato di preservare qualcosa di quello spirito.
Perché avete scelto di fermarvi proprio in Irlanda?
Gabriela: All’inizio volevamo visitare tutte le gradi
città dell’Europa e conoscere le diverse culture, così
abbiamo viaggiato in molti posti diversi. Ma quella che ci era piaciuta
di più era Dublino, per la sua gente molto amichevole, per
la possibilità di suonare musica.
Metallica e Paco De Lucia, cos’è che lega questi
due artisti, in apparenza così lontani, ma che sono presenti
entrambe nel vostro sound?
Rodrigo: Mia mamma era una ballerina di flamenco e aveva
una bellissima collezione di dischi di quella musica, quindi io sono
stato educato ad ascoltare quella musica fin da bambino e la conosco
piuttosto bene. I Metallica li ho conosciuti grazie a mio fratello,
che un giorno tornò a casa con un loro disco, era Kill ‘Em
All, in quel periodo andavo alle superiori. Ho suonato per molti anni
in un gruppo di heavy metal e quindi queste due componenti hanno fatto
parte entrambe della mia vita e per me è naturale metterle
insieme.
Gabriela: Anche mia mamma era un’appassionata
di musica e ascoltava di tutto: flamenco, tango, jazz, rock a billy,
i Rolling Stones, musica classica, aveva una grande collezione di
dischi, così sono cresciuta ascoltando dell’ottima musica.
Quando poi sono diventata una teenager ho iniziato ad amare anche
l’heavy metal e in particolare i Metallica, anche se a mia mamma
i Metallica non piacevano (risate generali). Il problema è
che molta gente vuole giudicare e non ascolta le cose, quindi definisce
il metal come merda, senza ascoltarlo. Io ho avuto la fortuna di ascoltare
un po’ di tutto e ho preso il buono di ciascun genere. C’è
molta ignoranza in giro.
È possibile che un giorno torniate a suonare la chitarra
elettrica?
Rodrigo: Per quanto mi riguarda, la risposta è si,
vorrei fare un side project di thrash metal, ma in questo periodo
siamo molto impegnati con il nostro progetto attuale (ndr al tempo
di questa intervista Rodrigo e Gabriela erano impegnati in un tour
interminabile).
Tornando al discorso precedente, in effetti molta gente ha
degli stereotipi sull’heavy metal e pensa che sia suonato solo
da pessimi musicisti, mentre non è assolutamente vero…
Gabriela: È solo una questione di ignoranza, perché
nel metal ci sono degli ottimi musicisti, ottimi performers e molte
composizioni sono veramente interessanti.
Parliamo un po’ del nuovo album ora, quali sono le
vostre impressioni adesso che è finito?
Gabriela: Per questo album avevamo deciso di tornare in Mexico
per ispirarci maggiormente e per comporre in un clima più solare
e rilassato. Poi abbiamo incominciato a incontrare tante persone e
essere tornati a casa ci ha fatto un po’ perdere di vista gli
obbiettivi che avevamo, ci siamo rilassati troppo (risate)! La casa
discografica voleva sapere a che punto eravamo e voleva incominciare
a sentire le registrazioni, ma noi non avevamo ancora registrato niente…
John Leckie (ndr il produttore del disco) era curioso… noi dicevamo
“non preoccupatevi va tutto bene”, ma in realtà
non avevamo fatto progressi. Così siamo tornati in Europa e
abbiamo registrato il disco in Inghilterra.
Visto che avete citato il produttore, come vi siete trovati
con lui?
Rodrigo: È stata una scelta difficile, avevamo tante
scelte possibili. Un giorno ricevetti una telefonata da New York dal
produttore di Norah Jones, un tipo molto cool. John Leckie ha un background
molto significativo, sapevo che aveva fatto un gran lavoro con i Muse,
ma avevo dei dubbi perché era fondamentalmente un produttore
di musica rock, noi pensavamo che sarebbe stato più adatto
un produttore esperto di world music. Poi parlando di musica con lui
ci siamo resi conto che era la persona giusta e infatti siamo stati
molto contenti di aver lavorato con lui.
So che il vostro album è arrivato al primo posto nella
classifica di vendite in Irlanda, questo successo vi sta cambiando
in qualche modo?
Gabriela: No, non credo, noi abbiamo lavorato molto duro
per arrivare a questo punto e questo ci ha resi abbastanza forti.
Le persone che fanno musica commerciale hanno molte più pressioni
di noi, tutti vogliono dire cosa devono o cosa non devono fare e penso
che sia questo che li cambia. Noi non abbiamo tutte queste pressioni,
non siamo delle superstars e penso che non lo diventeremo nemmeno.
Come componete le vostre canzoni?
Rodrigo: Di solito inizio io componendo una melodia, poi
lavoriamo sull’armonizzazione del brano e lo strutturiamo, ci
lavoriamo su fin che ci sembra finito. Normalente è così
che nascono i nostri pezzi.
Quanto tempo dedicate alle prove?
Gabriela: Prima di un concerto di solito suoniamo un paio
d’ore, mentre quando non siamo in tour suoniamo un po’
quando vogliamo, siamo molto liberi e non abbiamo delle regole in
questo senso.
Che tipo di risposta da il pubblico alla vostra musica?
Rodrigo: Dipende molto dalle situazioni in cui suoniamo e
dal tipo di pubblico, come ai festivals per esempio. Ai nostri concerti
viene gente molto etereogenea di conseguenza è molto diverso
il tipo di reazione che esprimono. Noi suoniamo a manifestazioni di
jazz, di world music, in contesti pop, abbiamo anche un pubblico metal
per le cover che facciamo e ognuno risponde in modo diverso alla nostra
musica e noi apprezziamo tutti indistintamente.
In un’intervista che ho letto su internet avevate risposto
che come scopo avete l’intrattenimento e l’educazione,
cosa intendevate di preciso?
Gabriela: Si leggono cose veramente strane nelle interviste!
(risate) No, non credo che abbiamo mai detto una cosa simile, ci piace
intrattenere la gente con la musica, ma non abbiamo mai avuto in mente
di “insegnare” qualcosa.
Rodrigo: Quando guardi un musicista che fa cose diverse
da quelle che sei solito vedere o fare allora questa può essere
un’esperienza “educativa”, ma nel nostro caso non
è niente di intenzionale.
Io sono abituato ad ascoltare musica pesante e quasi sempre
elettrificata, ma sono convinto che una canzone sia veramente bella
quando è tale anche se suonata solo in acustico…
Gabriela: Sono d’accordo con quello che dici. Noi abbiamo
deciso di suonare acustico perché puoi suonare con grande libertà
in qualsiasi contesto. Imbracci la chitarra e inizi a suonare, non
serve altro di extra e puoi fare veramente quello che vuoi. La musica
acustica ti rende molto libero.
Cosa mi potete dire della scena musicale del vostro paese,
il Messico?
Rodrigo: Ci sono degli aspetti commerciali molto rilevanti,
è vero che il mercato musicale dell’America Latina è
molto vasto, c’è l’Argentina che è molto
importante, ma se un gruppo rock o metal è molto forte in patria,
ma non sfonda in Messico, allora resta confinato nel suo paese. Mentre
chi sfonda in Messico ha le porte aperte nel resto dell’America
Latina. Ma il Messico è la porta anche per il mercato americano
e poi di conseguenza per quelli occidentali.
Per i gruppi rock e metal in particolare la strada è molto
dura, c’è poco spazio, non c’è molta possibilità
di fare concerti e non girano molti soldi.
E a proposito della situazione politica… abbiamo avuto
qualche notizia dei problemi dei campesinos…
Gabriela: Oh si, è un grosso problema. Mexico City
cresce ogni giorno di più, è già arrivata a 25
milioni di abitanti e c’è un pesante controllo politico
sulla gente. I campesinos e gli Indios devono combattere per la propria
esistenza. Il governo è corrotto e anche se cambiano i partiti
la situazione rimane più o meno la stessa di prima. Nonostante
questo la gente sembra abbastanza contenta di come vanno le cose,
ci sono molti ricchi in Messico e questi fanno il bello e il brutto
tempo, come penso avvenga un po’ da tutte le parti del mondo.
Il Messico è una nazione molto cattolica e anche l’Irlanda…
Gabriela: È vero, ma sono due modi molto diversi di
vivere la religiosità. In Irlanda il cattolicesimo è
un fattore di identità contro il Regno Unito, mentre in Messico
c’è molta più devozione, la gente fa tutto quello
che viene detto dalle autorità ecclesiastiche. Ma io non sono
molto religiosa.
Una domanda personale, siete partners anche nella vita privata?
Rodrigo: Ci conosciamo da molti anni ormai, ma la risposta
dipende dal paese in cui siamo e dalle circostanze… (risate
generali) .
Gabriela: Si, siamo partners.
Quali sono stati gli anni più felici e quelli più
duri della vostra vita?
Gabriela: Quelli più duri sono stati quando facevo
parte del gruppo trash metal, dovevo lavorare per sbarcare il lunario
e a volte era molto dura. Eravamo molto giovani e quindi era anche
bello, ma non potevamo esprimerci come avremmo voluto.
Rodrigo: Non avevamo mai abbastanza soldi…
Cercavamo di essere originali. Giravamo il Messico con un furgoncino
e ci adattavamo alle situazioni più difficili. Tutti motivi
per cui abbiamo deciso di lasciare il Messico. Ma non sono i soldi
quello che cerchiamo, facciamo molti concerti in giro per il mondo,
ma ci spinge la voglia di suonare e di far star bene la gente con
la musica, questa è la cosa che ci rende più felici.
Qual è stata la più grande soddisfazione che
avete provato?
Rodrigo: Per me è stato avere come ospite nel nuovo
album il violinista Roby Lakatos, un musicista gitano che ammiro molto,
lo avevo visto suonare in TV e mi è sempre piaciuto, averlo
come ospite sul nostro disco per me è stata una grande emozione.
Gabriela: La soddisfazione più grande è
vedere la soddisfazione negli occhi del pubblico ai nostri concerti.
Potete anticipare qualcosa sui vostri progetti futuri?
Rodrigo: Concerti, concerti, concerti…
Gabriela: Andremo a suonare anche in Australia, siamo
stati invitati a suonare anche in un festival in Giappone, ma non
possiamo andarci perché si sovrappone con altre date che abbiamo
in programma.
Rodrigo: Abbiamo in programma così tante date che non riesco
nemmeno a ricordarmi tutti i posti dove dobbiamo andare. Siamo molto
felici adesso di essere qui in Italia a suonare per voi. Poi dovremo
andare in Inghilterra per un tour che è già sold out.
Insomma abbiamo un calendario molto pieno.
Sulla domanda “Volete fare un saluto finale?” Gabriela
e Rodrigo sfoggiano un gigno da veri metallari con un bel paio di
corna e ci salutiamo fra risate generali e convenevoli. Due persone
squisite che fanno ottima musica e con cui è stato molto bello
parlare.
Recensioni:
Live
in Manchester and Dublin; Rodrigo
y Gabriela; Live in Japan;
11:11;
Area 52
Live Report: 2006; 2011;
2016
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