Aspettavo con un certo desiderio il nuovo lavoro della coppia messicana
che col suo flamenco rock sta stregando il mondo, un disco che si
preannuncia diverso da quanto abbiamo ascoltato finora da questi due
virtuosi della sei corde. Conosciamo già molto di loro, di
come sono partiti dal metal per arrivare al flamenco, un percorso
decisamente insolito, ma che si sta rivelando sempre più vincente.
Questo nuovo disco è un atto di amore verso alcuni musicisti
che hanno influenzato la coppia, non sono vere e proprie cover, ma
brani ispirati. Nel booklet ogni traccia è spiegata nel suo
significato ed è dichiarato l’artista a cui il pezzo
è dedicato, inoltre per alcuni artisti c’è anche
una breve spiegazione con l’indicazione di alcuni dischi consigliati.
Il brano di apertura “Hanuman” è dedicato a Santana
e si ispira alla mitologia e religione indù, il brano è
costruito su un riff di chitarra abbastanza duro, poi esplode tutta
la vitalità latina dei nostri, e viene un po’ in mente
“Tamacun”. Poi c’è “Buster Vodoo”
e stavolta l’omaggiato è il grande Hendrix, così
scopriamo che da giovane era soprannominato Buster, Voodoo lo sapete
già a cosa si riferisce, anche qui c’è un gustoso
riff percussivo molto rock, che, nonostante il trattamento di Rod
y Gab, non perde la carica viscerale. “Triveni” omaggia
Le Trio Joubran di origine palestinese, mentre il titolo si rifà
ancora una volta all’India e alle sue tradizioni mistiche, bel
brano dove il duo sperimenta nuove soluzioni armoniche. “Logos”,
che viene dedicata ad Al di Meola che ha molto contribuito alla diffusione
del flamenco fra i rockettari, stavolta è ispirata al filosofo
greco Eraclito, si tratta di un brano meditativo con Rodrigo che suona
la chitarra amplificata elettricamente, già era tornato a suoni
elettrici sul precedente live, ma è evidente che il discorso
adesso arriva anche in studio e i risultati sono senz’altro
intriganti. Senza interruzioni si passa a “Santo Domingo”
dedicata al pianista di latin jazz Michel Camilo, che nonostante lo
strumento ha influenzato molto la coppia, il brano è scoppiettante
e ricco di soluzioni ritmiche piene di gusto e della maestria consumata
di questi artisti. “Master Maqui” è dedicata nientemeno
che a Paco De Lucia, uno dei massimi interpreti del flamenco, come
ospiti ci sono Strunz and Farah, dei veri virtuosi, in questo brano
sulle corde delle chitarre volano scintille.
“Savitri” a sorpresa è dedicata agli Shakti, un
gruppo di musica indiana (sempre dell’India) voluto da John
McLaughlin (così è idealmente riunito il trio Meola,
De Lucia e McLaughlin), si sente l’ingresso dei sapori orientali
nella musica del duo. Con “Hora Zero” è il turno
di Astor Piazzolla di ricevere il giusto tributo, un altro “non”
chitarrista che ha molto influenzato Rod y Gab e fa capolino l’aria
di Buenos Aires e tornano delle suggestioni elettriche con l’uso
anche del wah wah, è un brano dal ritmo incalzante e che numeri.
“Chac Mool” è dedicata ad un musicista mexicano
di New Age, Jorge Reyes, mentre il pezzo si ispira ad una misteriosa
divinità precolombiana, è il brano più atmosferico
del cd, ma non mancano i momenti di esuberanza tipici della funambolica
coppia. “Atman” è dedicata al compianto Dimebag
Darrell, come ospite troviamo Alex Skolnick (Testament) che si esibisce
in un passionale assolo elettrico. In chiusura è posto il brano
che da il titolo al disco che, con mia sorpresa, viene dedicato ai
Pink Floyd, la cui influenza forse è quella meno evidente nell’universo
musicale di questi simpatici musicanti, anche questo è un brano
abbastanza atmosferico, ma soprattutto è molto sentito.
La limited edition di questo 11:11 contiene un bonus dvd, molto simile
a quello inserito nel precedente album in studio, c’è
una buona intervista, un video dimostrativo dove i due spiegano in
modo molto dettagliato la loro tecnica e poi ci sono le prove di cinque
brani contenuti nel cd, una specie di mini concerto molto intimo.
Un must se vi piace la musica proposta da questa simpatica coppia.
11:11 dimostra che Rodrigo Y Gabriela stanno crescendo e molto, è
un album maturo, ricco di contenuti, che offre molteplici chiavi di
lettura, che ho cercato di suggerivi nel corso della recensione. Io
non vedo l’ora di rivederli dal vivo, perché sono veramente
coinvolgenti, nel frattempo consiglio a tutti voi di lasciarvi stregare
dal loro caliente flamenco rock. GB
Altre recensioni: Live in Manchester
and Dublin; Rodrigo y Gabriela;
Live in Japan; Area
52
Interviste: 2006
Live Report: 2006; 2011;
2016
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