Andare
a questo concerto è stata un’avventura, durante il viaggio
in autostrada vengo sorpreso da una grandinata stile estivo, che poi
si tramuta in una nevicata mista acqua con un paio di centimetri di
ghiaccio o nevischio sull’asfalto e una velocità media
di 40km orari. Per fortuna arrivo alla meta senza inconvenienti. Ero
nervoso e teso, ma dopo aver incontrato i due ragazzi messicani per
un’intervista molto piacevole mi rassereno. Il locale è
piccolo e pensare che nella loro patria putativa, l’Irlanda,
riempiono i palazzetti, chissà se il loro approccio avrà
la stessa energia?
Loro comunque sono molto carichi per quella che è la loro prima
tournée italiana, erano venuti in precedenza solo una volta
in gennaio (due mesi fa) per una data in spalla a David Gray e dimostrano
di voler dare il meglio di se. Per fortuna il locale si riempie, nonostante
i due non siano ancora molto conosciuti dalle nostre parti e il concerto
prende vita.
Gabriela e Rodrigo sono due ragazzi molto spontanei e tranquilli e
prendono posto sul palco senza grandi celebrazioni, un paio di cenni
di intesa e attaccano con “Tamacun”, il brano trainante
del nuovo album e fin da subito si sente che il pubblico viene sorpreso
dalla carica molto personale con cui i due propongono il loro mix
di flamenco, jazz e rock. Gabriela e Rodrigo non sono semplicemente
due virtuosi di chitarra, ma sono soprattutto due musicisti che sanno
trasmettere un grande entusiasmo, sono coinvolgenti e comunicativi.
In particolare Gabriela è la più scatenata e suona letteralmente
con tutto il corpo, mentre Rodrigo è un po’ più
compassato. Gabriela va fiera del passato metal e lo racconta con
disinvoltura durante le pause e spesso saluta il pubblico sfoderando
un bel paio di corna, dimostrandosi molto spontanea e simpatica, molto
solare.
Il bello di vederli all’opera sta anche nel fatto di poter capire
cosa fanno e come ottengono certe combinazioni di suoni: Gabriela
si opccupa in particolare delle parti ritmiche e percuote la cassa
della chitarra in molti modi diversi, picchia sulle corde mute e arpeggia
a velocità elevate, con quella gestualità tipica dei
suonatori di flamenco, tamburella delicatamente sulla cassa o la percuote
con foga e muove tutto il corpo seguendo la musica, una gioia per
gli occhi e per le orecchie. Rodrigo invece si occupa principalmente
delle parti soliste e sciorina scale su scale a grande velocità,
ma il feeling resta comunque sempre in primo piano. Comunque si sente
che emerge la sua estrazione rock, non bisogna dimenticare che i due
facevano parte di una band di Thrash metal. Inoltre anche lui propone
effetti e invenzioni con corde mute e con suoni che possiamo definire
sperimentali. Insomma i due giocano con le loro chitarre e si divertono
e ancor più divertono i presenti che rispondono con grande
entusiasmo al concerto.
Il nuovo album viene riproposto praticamente tutto e poi ci sono alcuni
brani dei precedenti lavori, un medley dedicato alle cover di Megadeath
e Metallica e altre cose con in chiusura la trascinante “Diablo
Rojo”, con molte parti ritmiche, un pezzo che sicuramente stazionerà
molto a lungo nei loro set list. Il primo bis è una scherzosa
sfida tra i due con Rodrigo che propone delle scale a velocità
super e Gabriela che le rielabora in versione ritmica, poi ci sono
delle riffate molto metal, nonostante siano suonate acustiche, e infine
chiudono con una grandiosa versione dell’evergreen “Stairway
to Heaven”.
Il pubblico è letteralmente soggiogato e raramente ho visto
un tale coinvolgimento ad uno show acustico strumentale, Rodrigo e
Gabriela sono una forza della natura e assistere ad un loro concerto
è un’esperienza davvero indimenticabile, speriamo tornino
presto a trovarci! GB
Altri live: 2011; 2016
Interviste: 2006
Recensioni:
Live in Manchester and Dublin;
Rodrigo y Gabriela; Live
in Japan; 11:11; Area
52
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