Personalmente non mastico molto il free jazz, di sicuro non è
un genere di cui possa definirmi “intenditore”, come ascoltatore
ho ancora bisogno di melodie riconoscibili, di temi musicali che posso
memorizzare e che riesca facilmente a farli entrare nel cuore, per
questo per me è sempre una sfida approcciarmi ad artisti come
questi, che mettono la libertà espressiva più totale
alla base delle loro visioni artistiche. E in fondo io amo le sfide
e quindi mi azzardo a recensire questo disco con la consapevolezza
che sto per parlare di cose che conosco poco, ma non vi sto chiedendo
di essere indulgenti col sottoscritto e non voglio nemmeno giustificarmi,
ma semplicemente dire le cose come stanno. Per la cronaca Sado è
l’acronimo di Società Anonima Decostruzionismi Organici,
quindi niente giochini strani… lasciate da parte pruriti particolari
e fantasie inconfessabili, o meglio applicatele alla musica in quanto
tale. Holzwege è il quarto album di questa band.
I Sado sono una specie di supergruppo, nel jazz questo è molto
normale, mentre nel rock di solito fa notizia, questa è una
cosa abbastanza “strana” e su cui varrebbe la pena riflettere,
ma non è questa la sede opportuna. Alla voce troviamo il genialoide
Boris Savoldelli, alle tastiere l’ottimo Paolo Baltaro (che
ha realizzato di recente, 2009, uno splendido disco solista), Sandro
Marinoni ai fiati, Diego Marzi alla batteria e Gianni Opezzo alle
chitarre. Ognuno dimostra di essere in possesso di una tecnica invidiabile,
che l’ascolto del cd permette di gustare.
Si parte subito in quarta con la frenetica “Engasa Leappirt”,
l’impressione iniziale è di caos, ma ripetuti ascolti
permettono di scendere in profondità nei singoli virtuosismi
e di ricondurre ad una logica comune le follie di ciascun musicista,
anche se permane la sensazione che sia il finale concitato di una
lunga jam session. “Michelle” come contrasto apre morbidissima,
come uno standard jazz, comunque è proprio la canzone dei Beatles
che viene riproposta in chiave smooth jazz, una rilettura personalissima
e piena di gusto. Con “Aristotele’s Tantalium Condenser”
si torna ad un jazz sperimentale, ma molto più rilassato di
quello d’esordio, più riconoscibile la struttura armonica
del brano e quindi più godibile, ottimi virtuosismi. Un brano
sorprendente è “Kilimoonjingo”, che sembra un caleidoscopio
di citazioni, quasi un medley fra brani molto diversi tra loro, come
“Tales of Kilimanjaro”, “Moonflower” e “Jongo-Lo-Ba”.
Come ama definirla la band, si tratta di una “decostruzione”,
ma la parola in se fa pensare allo smantellamento di qualcosa, invece
io direi che è più una “ricostruzione” secondo
il personalissimo gusto di questi musicisti, questa non è gente
che distrugge, ma piuttosto ricostruisce, in questo senso mi sento
piuttosto in dissenso con la band, anche se immagino che loro vogliano
essere provocatori, il risultato finale è molto divertente.
Se vogliamo parlare veramente di “decostruzione” allora
bisogna ascoltare “Pavento Sprobabile”, che alterna una
melodia smooth e rilassata a scatti di follia totale. Uno dei brani
che mi hanno colpito di più è “Romanza n.1 per
Trombone Preparato”, c’è una melodia molto orecchiabile,
che viene brutalizzata dai nostri, il risultato è molto interessante
e a tratti sorprendente, che si accosta molto anche al prog più
evoluto e che gli amanti di questo genere sapranno apprezzare. Altre
sperimentazioni ancora in “Quattro Terzi”, che scorre
un po’ più anonima dei brani precedenti e per chiudere
una folle rivisitazione di “One Note Samba”, un’altra
“non” cover” con cui i Sado ci salutano per invitarci
a nuove avventure musicali.
In conclusione questo Holzwege è un album impegnativo, credo
che la band amerebbe molto definirlo filosofico, e magari anche un
po’ psicanalitico, nel senso più vero di questi termini,
ma sono anche convinto che questa band in fondo si sia anche divertita
nel cercare in tutti i modi di stupire l’ascoltatore, noncurante
di ogni possibile critica. Non so se ho vinto la “sfida”,
ma devo dire che alla fine il disco mi è anche piaciuto. GB
Altre recensioni: Imprescindibile Momento...;
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