Quando metti gli occhi su un nuovo disco dei Samurai of Prog inizi
fin da subito con l’apprezzare il sontuoso artwork, anche questa
volta è realizzato da un sempre più ispirato Ed Unitsky,
poi la cura con cui il prodotto è confezionato (e mi spiace
non poco che la copia tra le mie mani sia un cd e non uno splendido
vinile), che diventa subito un oggetto caro… E questo prima
ancora di aver messo le orecchie sul contenuto musicale. L’unica
era sperare che il contenuto non deludesse, ma il dubbio è
svanito immediatamente.
Il sound proposto prosegue sulla scia tracciata dai precedenti lavori
con una sicurezza esecutiva sempre più palpabile, data da un
affiatamento e una maturazione continui, che solo i sordi (di cuore)
potrebbero non avvertire. Nove sono le composizioni proposte, meno
suite rispetto al passato e ogni titolo è uno scrigno di emozioni
che necessita di più ascolti per rivelare tutte le proprie
gemme. Diversi elementi si ritrovano in questo prog sinfonico, primo
fra tutti l’attitudine positiva. È musica luminosa, che
mette il buon umore anche nei momenti più tesi, ed è
così carica di poesia da toglierci per un po’ di tempo
le preoccupazioni di dosso. Musica bella nata con lo scopo di ridarci
un po’ di capacità di stupirci.
Sempre più bravi questi Samurai, e sempre più ostinati
a combattere i mali della modernità con l’arma più
innocua e al tempo stesso più potente di tutte, l’arte.
GB
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