Se il debutto dei ToPT è stato un successo, il secondo album
è stato uno dei migliori dischi della NWOBHM, uno dei classici
per intenderci, di quelli che non dovrebbero mancare in nessuna discografia
che si rispetti, ottimi pezzi, ottima line-up con un singer eccezionale,
ottimo sound, tutto molto riuscito, era il 1981 e i Tygers si imposero
sulla scena con un “atto di forza”, sicuramente al pari
(in molti casi anche meglio) di tutti i grandi che in seguito hanno
avuto più fortuna di loro. Anche questo titolo esce in edizione
limitata di sole mille copie ed è distribuito principalmente
per vie private come il sito web e i concerti. Un atto d’amore
per i fans, ma giustamente anche il passato glorioso del gruppo.
Questo tributo a trent’anni ci riporta indietro nel tempo e
il cuore vacilla sulle note di questi brani. Come nel titolo precedente
dedicato al debutto, anche in questo caso si tratta di un mini CD
di soli sei brani contro i dieci originali, ovvio che a me sarebbe
piciuto moltissimo un set list completo, ma la scelta è comunque
condivisibile. I titoli sono tutti eccellenti, dall’opener “Gangland”,
che univa potenza e velocità (ovviamente per l’epoca
in cui il disco è uscito), un brano giovane e anthemico, Jack
regge egregiamente il confronto con l’ugola cristallina di Deverill,
ma lo dimostrerà ancora meglio nei brani seguenti. “Take
It” mi ha sempre dato delle emozioni forti, più lenta
della precedente, ma anche di gran lunga superiore a livello compositivo,
ottimo il riff portante e stupenda la costruzione armonica del pezzo,
che a distanza di anni conserva ancora tutto il suo fascino. “Hellbound”
è sempre stato un brano da cantare a squarciagola, situazione
ottima per Meille di mettere in mostra la propria bravura, dopo tanti
anni ho ancora stampato bene in mente il suo ritornello contagioso,
sempre bello da ascoltare oggi come allora. Che dire di “Mirror”?
era uno dei lenti più belli, scusate l’uso del passato,
è uno dei lenti più belli, con un crescendo stupendo,
questo brano da solo vale il prezzo di tutto il disco, non servono
altri commenti. “Tyger By” è un altro di quegli
episodi che hanno fatto dei Tygers dei veri eroi del genere, un classico
dalla forza indomita. Si chiude con “Don’t Stop By”,
come sull’originale, perché i brani erano belli dall’inizio
alla fine.
La prima considerazione finale è che mi piace questa “celebrazione”,
perché mette in luce la forza e la bravura dell’attuale
line up e perché è giusto ricordare il passato, le nostre
radici, non è solo nostalgia, è davvero un atto d’amore.
La seconda considerazione è che l’heavy metal classico
sta dimostrando una vitalità sorprendente, sembrava morto e
invece eccolo ancora pieno di vita, certo non ci saranno i grandi
numeri del passato, ma oggi in quanti possono vantare “grandi
numeri”? Ovviamente la mia speranza è che la band continui
questa “celebrazione” almeno fino al bellissimo The Cage!
GB
Altre recensioni: Back and Beyond;
Animal Instinct; The
Wild Cat Sessions; Ambush;
Noises From the Cathouse
Live Reportage: 2008
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