Questi
due gruppi condividono la stessa passione per musica spirituale orientale,
un viaggio che parte dal Mediterraneo, attraversa il Sahara e, passando
per l'India, arriva fino al Tibet. Inoltre i loro ultimi lavori sono
pubblicati dalla medesima casa discografica, motivi sufficienti per
inserirli in un unica recensione.
Due dischi davvero molto lontani dal rock in tutte le sue espressioni,
musica liquida, sensoriale, ai limiti della New Age, ma più
propriamente definibile come World Music, ritmi a base di tablas con
le strumentazioni più stravaganti. Cantati angelici e ascetici
fra Enya e Dead Can Dance e ricercati profumi da mille e una notte.
Episodi di rara suggestione come "Ashes' Dance" degli Am'Ganesha'N
ci conducono in un viaggio fuori dal tempo e dagli schemi, al seguito
di una carovana di spezie, in un deserto dove la solitudine ci consente
di dialogare col nostro io più profondo. Sono dischi meditativi,
da assumere a piccole dosi per i rockettari, ma animati da una passione
che sembra sincera (del resto non credo che sia molto redditizio proporre
questo genere musicale). Una ricerca raffinata simile per certi versi,
anche se su fronti differenti, ai nostri bravi Ataraxia.
I Rajna sono un po' più accessibili e facili da ascoltare,
perché propongono delle melodie un po' più moderne,
sorrette dall'inserto di ritmi campionati, mentre gli Am'Ganesha'N
sono più "tradizionali" e seriosi, ma per questo
un po' più affascinanti, perché la loro musica risulta
meno contaminata da modernismi a volte fastidiosi.
Due scelte controcorrente per assaporare nuovi sapori. GB
Post Scriptum: ho scoperto in seguito (non avendo mai avuto in precedenza
delle note biografiche) che gli Am'Ganeha'n sono un side proget dei
Rajna.
Altre recensioni:
Am'Ganesha'n: Somnia; Eleftheria
Rajna: Hidden Temple; Otherwise;
Offerings
Rajna: Sito
Web + MySpace
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